Urban mining
Da Roma una “miniera” di rifiuti tecnologici
L'Enea lancia un progetto pilota per il recupero virtuoso delle materi prime contenute in elettrodomestici ed elettronica
Il termine anglosassone è “urban mining”, praticamente intraducibile. Si intende la capacità di estrarre materie prime dai nostri rifiuti tecnologici, parente stretta del “landfill mining” che è l’attività, per così dire, estrattiva che può essere compiuta in discarica per recuperare materiali importanti e contemporaneamente bonificare il sito.
Nei giorni scorsi se ne è fatto il punto ad un convegno organizzato dall’Enea dal titolo “Tecnologie e strategie per una politica industriale sostenibile. Urban Mining e Riciclo delle materie prime. Una proposta per l’area metropolitana di Roma”. La capitale è stata posta al centro del dibattito ma si intende che l’idea vale per qualunque altra città, d’Italia o del mondo, perché la carenza e il costo di materie prime è un problema ormai globale.
Una semplice scheda a circuito stampato può contenere, ad esempio, fino al 20% in peso di Rame e fino a 250 grammi per tonnellata di oro. Percentuali non indifferenti se pensiamo che in natura una miniera d’oro può restituire appena da 1 a 10 grammi di oro su 1 tonnellata di materiale estratto, o il rame che più generosamente ne offre dai 50 ai 100 chili per tonnellata.
I cosiddetti RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) contengono rame, ferro, acciaio, mercurio, antimonio, berillio, gallio, germanio, niobio, tantalio e altri elementi di primaria importanza e di difficle reperimento per la creazione di apparecchiature o componenti ad alta tecnologia.
Secondo il Rapporto di Sostenibilità 2011 di Ecodom, il Consorzio italiano per il recupero e riciclaggio degli elettrodomestici, nell’ultimo anno sono state trattate 86.711 tonnellate di RAEE, con una crescita del 6% rispetto al 2010. Da queste quantità sono state ricavate 56.250 tonnellate di ferro, 6.992 tonnellate di plastiche, 2.065 tonnellate di alluminio e 1.596 tonnellate di rame, per un totale di 74.272 tonnellate di materie prime seconde riciclate, cioè reinserite nei processi produttivi.
Il convegno dell’Enea ha, quindi, avuto lo scopo di approfondire la possibilità di realizzare nell’area metropolitana di Roma impianti tecnologici per il recupero e riciclo di queste materie prime “strategiche”. Un progetto che, secondo gli organizzatori, consentirà la chiusura del ciclo dei rifiuti per una categoria di prodotti il cui numero è in rapidissima crescita in tutto il mondo.
L’obiettivo adesso è quello di attrarre investimenti che possano favorire una ripresa sostenibile dell’economia, “un esempio concreto di Green economy, vale a dire una nuova fase dell’economia globale improntata alla sostenibilità sociale e ambientale”.
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L'autore
Marco Gisotti
Direttore scientifico di Green factor, ha creato e dirige dal 2005 il Master in Comunicazione ambientale del Centro studi CTS con il Dipartimento di scienze della comunicazione della Sapienza di Roma e l’ENEA. È autore, con Tessa Gelisio, di “Guida ai green jobs. Come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro” (Edizioni ambiente).
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