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Autostrade 2.0. Innovative e sostenibili

Le autostrade da luogo della "maledizione" per l'ambiente possono diventare dei catalizzatori d'innovazione ecologica

Scritto da il 15 ottobre 2015 alle 2:48 | 2 Commenti

Autostrade 2.0. Innovative e sostenibili

Le chiamano Neostrade e sono le autostrade del futuro. Sostenibili, ecologiche e innovative. Tutta un’altra storia rispetto a quelle nate negli anni sessanta e diventate oggi un simbolo d’inquinamento e stress. Un’utopia? Non proprio secondo il Festival Ecofuturo e il Coordinamento Giga (Gruppo Informale per la Geotermia e l’Ambiente) che all’interno di un luogo simbolo come il Museo Piaggio di Pontedera hanno organizzato il convegno “Dalle autostrade alle “Neostrade”. Quale auto/strada prendere?” «È necessario cambiare paradigma d’approccio rispetto alle autostrade. – ha detto nel suo intervento introduttivo Fabio Roggiolani, vicepresidente di Giga - Si può, e si devono coniugare, sicurezza stradale, con le energia rinnovabili, la lotta ai cambiamenti climatici e persino con la bellezza. Già perché possono essere anche belle, queste arterie stradali». Le autostrade sono un luogo ad alta intensità energetica, ossia nelle quali si consuma energia e parecchia e allora una delle prime questioni è quella di renderle autonome sul fronte energetico, con un’autonomia che sia anche rinnovabile.

Fotovoltaico nei parcheggi e lungo il tracciato, eolico inserito anche al di sotto dei viadotti che potrebbero ospitare,ognuno, dei generatori eolici per 0,5 MWe. Mentre per quanto riguarda il fotovoltaico la rete autostradale è il luogo ideale sia per la presenza di una rete elettrica lungo tutto il percorso, sia per la quasi assoluta assenza di interferenze ombreggianti. Sul fronte della ricerca e sviluppo inoltre esistono studi che puntano a soluzioni ancora più radicali, come quelle proposte dalla Solar Roadways statunitense che vuole sostituire l’asfalto con dei pannelli solari larghi 3,7 metri- la lunghezza standard di una corsia americana – per generare elettricità con il fotovoltaico e utilizzarla per l’illuminazione notturna, la segnalazione stradale e per scaldare la strada quando c’è il ghiaccio. Le potenzialità sono enormi, strade e autostrade negli Usa coprono 100 mila chilometri quadrati, la durata del “manto stradale” è di venti anni, ben più lunga dell’asfalto e la manutenzione è meno onerosa visto che si cambia il settore rotto che arriva in sul luogo d’installazione “prefabbricato”.

«Le rinnovabili in autostrada hanno delle potenzialità enormi e il solo eolico nei viadotti ha una potenzialità, a livello europeo, di 5 GWe -ha detto Franco Donatini, del Dipartimento energetico dell’Università di Pisa – Del resto in Italia abbiamo già fatto esperienze circa la generazione energetica in autostrada e anche sul fronte dell’efficienza. Alla stazione di servizio di Collesalevetti è presente da anni la trigenerazione, elettrica, calore e freddo». E la sostenibilità è anche nelle metodologie legate all’utilizzo, come nel caso dell’eliminazione dei caselli e nell’esazione automatica dei pedaggi. Si tratta di un sistema, questo che consente un’ottimizzazione del traffico, il pagamento puntuale e accurato dei pedaggi, la loro, eventuale, eliminazione per i cittadini che risiedono nei pressi delle autostrade e possiede anche dei vantaggi sul fronte ambientale.

«Il pedaggio autostradale nel 2014 è stato, in Italia, di 7 miliardi di euro – ha detto Michele Potenza, di Ilia - Si tratta di una cifra che deve essere incassata con metodi nuovi. Con i più recenti sistemi d’esazione è possibile ottenere anche vantaggi ambientali, come la riduzione delle superfici impermeabilizzate dei caselli, si riducono le emissioni dovute alla sosta nei piazzali di fronte ai caselli e s’abbattono i consumi energetici, sia dei mezzi in sosta, sia quelli d’illuminazione, mentre sono ridotti di molto i costi di manutenzione e gestione dei portali d’accesso».

E tra le molte cose presentate ci sono anche i carburanti innovativi, come l’elettricità e il Gas naturale liquefatto (Gnl). L’elettrico potrà essere utilizzato a breve per la mobilità privata di corto e medio raggio, mentre il Gnl è già oggi utilizzabile per il trasporto merci, con indubbi vantaggi. «Noi ci siamo avvicinati a soluzioni come il Gnl quando c’è stata la recente impennata dei prezzi petroliferi.- afferma Dario Cingolani, di Logicompany 3 Trasporti – Il metano gassoso per noi non è utilizzabile perché al massimo s’arriva a 300 chilometri, mentre con il Gnl siamo alla parità rispetto al pieno di gasolio».

Il problema è il rifornimento. I primi cinque mezzi acquistati sono stati fermi per oltre un anno in attesa che entrasse in funzione il primo distributore di Gnl di Piacenza. Per ora il primo e unico in tutta Italia. «Oggi siamo a quota 50 mezzi a Gnl – prosegue Cingolani – e la limitazione nel loro utilizzo è dovuta solo al fatto che abbiamo un unico punto di distribuzione». Una soluzione potrebbe arrivare dal biometano. Questo combustibile, infatti, può essere liquefatto nei pressi dei punti di produzione e arrivare velocemente a quelli di distribuzione. Ed è molto ecologico. le emissioni del biometano, infatti, sono pari a quelle dell’elettrico, ossia molto basse. Un vantaggio non da poco che potrebbe portare il trasporto delle merci verso una rapida sostenibilità. A patto di sviluppare la rete. Un solo distributore di Gnl, infatti, non basta.


Commenti

Ci sono 2 commenti.

  • PAOLO
    scrive il 20 ottobre 2015 alle ore 11:42

    Investimenti come questi dipendono dagli equilibri economici del settore. Come l'affare Gavio-Atlantia-Salini-Ecorodoviashttp://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/prima-pagina/dettaglio/nRC_16102015_1822_537192341.html

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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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