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agricoltura bio

Biologico e qualità. Italia in pole position

Il biologico e la qualità alimentare in Italia crescono, nonostante la crisi. 20 miliardi il fatturato, in crescita

Scritto da il 12 ottobre 2015 alle 13:19 | 1 commento

Biologico e qualità. Italia in pole position

Nonostante la crisi il biologico cresce. Da un’analisi di Coldiretti emerge il fatto che gli italiani non cedono sulla qualità alimentare, nemmeno se morsi dalla crisi. Biologico, denominazione di origine controllata e chilometro zero, infatti, toccheranno gli oltre 20 miliardi di fatturato, a fine 2015, oltre un punto di Pil. Lo afferma la Coldiretti che ha presentato recentemente una ricerca sull’argomento.

«Un tripudio di prodotti biologici e tipici ma anche innovazioni improntate al benessere e alla sostenibilità ambientale come – fanno sapere da Coldiretti – il latte in polvere di latte d’asina che per sue caratteristiche è il piú simile a quello materno e può essere utilizzato nei casi di intolleranza ma anche il sapone di alloro, la spugna di zucca o il bagnetto piccante di pomodoro peperone».

E i numeri confermano. Gli acquisti di prodotti biologici confezionati registrano un incremento del 20 per cento degli acquisti nel primo semestre del 2015, con il 35 per cento dei cittadini italiani che acquista cibi bio o naturali. Ossia quindici milioni.

«Nonostante la crisi il 70 per cento degli italiani si dichiara disposto a spendere qualcosa in piú per i prodotti naturali, il 65 per cento per quelli Ogm free e il 62 per cento per quelli bio. – affermano da Coldiretti citando dati elaborati da una ricerca Nielsen – Una predisposizione che si traduce in scelte d’acquisto nel carrello dove ad esempio nel primo semestre del 2015 aumentano gli acquisti di uova bio ma calano quelli delle normali, cresce la pasta bio è si riduce quella classica e ci sono piú succhi di frutta bio e meno tradizionali per il nonostante le differenze nei prezzi di vendita possono essere anche sensibili».

L’agricoltura italiana regge una simile domanda massiccia di qualità anche perché, secondo Coldiretti, «è diventata la piú green d’Europa con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la piú vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati come avviene in 23 Paesi sui 28 dell’Unione Europea».

I record sulla produzione agricola di qualità stanno a dimostrarlo. L’Italia è l’unica nazione che ha 273 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp), sopra la Francia ed è al top della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari, il 7,5%.

«L’Italia, inoltre, è anche il Paese con le regole produttive più rigorose nelle caratteristiche dei prodotti alimentari, dal divieto di produrre pasta con grano tenero a quello di utilizzare la polvere di latte nei formaggi fino al divieto di aggiungere zucchero nel vino che non valgono in altri Paesi dell’Unione Europea, dove si assiste ad un crescendo di diktat alimentari finalizzati a surrogati, sottoprodotti e aromi vari che snaturano l’identità degli alimenti. E sul territorio nazionale c’è anche il maggior numero di agricoltori biologici a livello europeo», concludono da Coldiretti.

E non si tratta solo di qualità alimentare, ma anche di sviluppo economico, in salsa green. In Italia ci sono ben 49.070 imprese biologiche, che sono aumentate del 12% in un anno e cresce anche la superficie coltivata, salita a quasi 1,4 milioni di ettari (+5%). Le aziende bio italiane sono il 17% di quelle europee, una percentuale che ci al primo posto in Europa del settore, seguiti dalla Spagna (30.462 imprese, 12% dell’Ue) e Polonia (25.944, 10% di quelle europee).

Unica nota stonata, in questo panorama è la nostra latitanza in Europa, quando si parla di regolamenti e direttive. La nota con cui, infatti, l’Italia chiede all’Europa un bando degli Ogm è un eccezione e non la regola.


Commenti

È stato inserito 1 commento.

  • Alpenpur
    scrive il 13 ottobre 2015 alle ore 00:33

    Bene, speriamo sia di buon auspicio. I prodotti biologici dovranno tornare a essere l'alimentazione base delle famiglie e non un nicchia di mercato.

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    L'autore

    Sergio Ferraris

    Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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