Recupero & riciclo
Alluminio come oro. E allora ricicliamo i tappi
Cresce sui mercati la febbre per l'alluminio e l'Italia si rivela uno dei paesi che sa sfruttare meglio la risorsa, recuperando il 40% dei tappi a vite
Photo: EAFA
Nei giorni scorsi alcuni fondi di investimento internazionali, spinti dall’ottimismo di una ripresa del mercato statunitense delle auto, hanno pensato bene di investire nell’alluminio. Così, mentre il rame calava dell’1,1%%, l’alluminio, appunto, è arrivato a guadagnare addirittura un 2,3%. Non è oro, ma forse investirci conviene anche di più.
E questa notizia fa il paio con quella, forse più curiosa ma diffusa quasi parallelamente, che racconta come il nostro Paese sia uno dei più grandi riciclatori di tappi in alluminio del mondo.
A rivelarlo è l’Eafa, l’associazione europea che raggruppa i produttori del settore, che spiega come in Europa già il 40% dei tappi a vite in alluminio sia recuperato e avviato alla filiera del riciclo. L’Italia, con il suo 50% di riciclaggio di questa risorsa si piazza seconda dopo la Germania (80%, non c’è che dire) e prima del Regno unito (40%, in media con il resto del continente), della Spagna (30%) e della Francia (20%).
«Ancora una volta – spiega Stefan Glimm, Executive Director di EAFA, siamo in grado di dimostrare che l’alluminio è un materiale con un’elevata funzionalità nella conservazione del prodotto e con caratteristiche impressionanti in termini di riciclabilità e sostenibilità. Infatti, l’alluminio può essere riciclato all’infinito e il suo riutilizzo consente di risparmiare fino al 95% di energia rispetto a quella utilizzata per la sua produzione primaria, con il rispettivo abbassamento delle emissioni di gas a effetto serra».
«Ogni ulteriore aumento della percentuale di riciclaggio – continua Glimm –, rende le chiusure in alluminio sempre più attraenti per i produttori di vino e per gli imbottigliatori, anche dal punto di vista ecologico, così come avranno un ruolo sempre maggiore nel dibattito sulla sostenibilità».
I tappi a vite in alluminio rientrano nel ciclo dei materiali riutilizzabili attraverso sistemi di raccolta degli imballaggi e, nonostante le loro ridotte dimensioni, possono facilmente essere separati dagli altri materiali da imballaggio mediante procedimenti elettromagnetici.
Secondo il CiAl, il principale consorzio italiano che si occupa della raccolta degli imballaggi in alluminio, in Italia ormai il 48% di questo metallo arriva ormai dal mercato del riciclo.
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L'autore
Marco Gisotti
Direttore scientifico di Green factor, ha creato e dirige dal 2005 il Master in Comunicazione ambientale del Centro studi CTS con il Dipartimento di scienze della comunicazione della Sapienza di Roma e l’ENEA. È autore, con Tessa Gelisio, di “Guida ai green jobs. Come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro” (Edizioni ambiente).
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