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Rinnovabili in crescita anche nei Paesi emergenti | Tekneco

Rinnovabili in crescita anche nei Paesi emergenti

Le fonti rinnovabili guadagnano spazio nei programmi per il futuro dei Paesi meno industrializzati, che vogliono più efficienza e maggiore indipendenza energetica

Scritto da il 10 novembre 2010 alle 11:58 | 2 Commenti

Rinnovabili in crescita anche nei Paesi emergenti

Le energie rinnovabili stanno guadagnando sempre maggiore spazio nell’agenda energetica di molti Paesi del mondo, sia di quelli legati alle fonti tradizionali – per la loro intrinseca ricchezza di risorse fossili – che di quelli in via di sviluppo. Cresce l’attenzione delle istituzioni e parallelamente aumentano gli investimenti: tra gli obiettivi comuni, una maggiore attenzione alle problematiche ambientali, una superiore efficienza energetica e una minore dipendenza per gli approvvigionamenti dall’estero.

In Cina è stata appena completata a Jiuquan (provincia di Gansu) la prima parte del più grande parco eolico della Cina e del mondo. Installate già 3500 turbine per una potenza complessiva di 5.160 MW, dei quali 1.150 MW entrati in esercizio e collegati alla rete. Nel 2015 si salirà a a 12.710 MW nel 2015 e a 20.000 MW nel 2020. E’ uno dei sei parchi eolici che la Cina intende costruire entro il 2020, quando soddisferà con le rinnovabili di seconda generazione (escluso quindi l’idroelettrico) il 3 per cento del fabbisogno energetico. Nel 2020 infatti la potenza eolica installata in Cina sarà di 100.000 MW, contro gli attuali 12.000.

Fra le realtà che vedono il futuro nelle energie pulite c’è la Russia, che nei programmi del prossimo decennio si è posta l’obiettivo di ottenere il 4,5% dell’energia da fonti rinnovabili e di incrementare il business legato all’esportazione di componentistica per impianti innovativi. Il Paese è pronto a dotarsi del suo primo impianto fotovoltaico che sarà realizzato nella località termale di Kislovodsk, sul Mar Nero. Il progetto dell’impianto – per il quale saranno investiti circa 70 milioni di euro e la cui ultimazione è prevista per il 2010 – prevede una capacità di 12,3 MW e l’impiego di moduli con tecnologia a film sottile. L’installazione sarà curata dalla Khevel, joint-venture costituita tra le aziende russe Renova (privata) e Rosnano (statale) con l’ambizioso obiettivo di acquisire un ruolo da protagonista nel mercato, supportato da un investimento complessivo pari a 20 miliardi di rubli (oltre 460 milioni di euro) mirato ad una produzione annuale di un milione di moduli fotovoltaici.

Ma nel mirino della Russia sono inquadrate anche le fonti geotermiche: in virtù di un’alleanza con il governo islandese, con cui l’esecutivo di Mosca ha sottoscritto recentemente una bozza di accordo, il ministro dell’energia russo ha reso pubblica l’intenzione di sfruttare tecnologie e competenze sviluppate dall’Islanda ampliare il raggio d’azione della produzione di energia da fonti rinnovabili, che si prevede possa concretizzarsi con la costruzione congiunta di un impianto geotermico nella regione di Kamchatka, in cui RusHydro – leader locale del geotermico – vanta già due centrali.

Tra i Paesi in via di sviluppo c’è una crescente attenzione sulle rinnovabili da parte dell’oriente: fra quelli che stanno premendo l’acceleratore su questo fronte c’è l’India che, forte di un rapporto di collaborazione recentemente aperto con gli USA dal presidente Barack Obama, ha avviato un ampio progetto finalizzato alla ricerca e allo sfruttamento di varie fonti di energia (solare, biocarburanti, gas naturale) e soluzioni di edilizia orientate all’efficienza energetica.

Anche in Sri Lanka c’è un elevato interesse verso le energie pulite, testimoniato dai progetti che le istituzioni hanno recentemente varato o patrocinato:  l’obiettivo dichiarato è di attenuare lo sfruttamento di risorse “convenzionali” – che obbligano la nazione a ricorrere all’importazione di energia all’estero – per favorire l’utilizzo di energia prodotta internamente, attraverso i parchi eolici e dagli impianti idroelettrici già esistenti nel Paese.

“Il nostro obiettivo è di coprire il 10% del fabbisogno con energia ottenute da fonti non convenzionali entro il 2015″ ha dichiarato Harsha Wickremasinghe, direttore generale dell’Authority per l’energia sostenibile. Un orizzonte che potrà essere raggiunto attraverso un percorso differente da quelli seguiti finora: anziché acquistare energia dall’estero, si dovrà dunque importare un adeguato know-how, affinché le risorse interne possano essere sfruttate con criteri di maggiore efficienza. Il primo step di questo cammino consisterà nell’ampliamento di tre parchi eolici da 10 MW – per portarne la capacità a 30 MW – e nella costruzione di nuovi impianti idroelettrici, finalizzata al raddoppio della capacità degli impianti esistenti, oggi in grado di esprimere 200 MW.

“Il mondo dell’energia si trova di fronte ad un periodo di incertezze che non ha precedenti”, ha affermato ieri a Londra Nobuo Tanaka, direttore esecutivo dell’IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, presentando l’edizione 2010 del rapporto World Energy Outlook. ”Dipenderà dai governi delineare il futuro energetico. Abbiamo bisogno di utilizzare l’energia più efficientemente e di svezzarci dai combustibili fossili per sfruttare tecnologie che ci permettano di lasciare una ridotta impronta di carbonio” e in questo contesto “le energie rinnovabili possono svolgere un ruolo centrale”. A condizione che ci sia, da parte delle istituzioni, “un sostegno forte e costante”. Fra le fonti energetiche protagoniste, l’eolico e l’idroelettrico, con un aumento per il fotovoltaico e per i biocarburanti.


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L'autore

Dario Bonacina

Tecnico informatico, è collaboratore di alcune aziende industriali e si interessa di Internet e di tecnologia, con riguardo al loro impatto a livello economico e sociale, nonché di comunicazione e telecomunicazioni. E' autore di servizi e articoli per varie testate, emittenti radiofoniche e siti di informazione tecnologica.


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