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Quando l’eolico è selvaggio

Gli impianti ideati in zone non appropriate o soggette a tutela incontrano la crescente opposizione di associazioni e istituzioni. Ma l'eolico può e deve essere eco-compatibile

Scritto da il 02 novembre 2010 alle 10:00 | 6 Commenti

Quando l’eolico è selvaggio

Si moltiplicano in Italia i segnali di allarme su alcuni progetti relativi ad installazioni di impianti di energia eolica: in mezzo ad un novero di parchi realizzati in buona parte con criteri di ridotto impatto ambientale esistono iniziative meno virtuose, indicate come eolico selvaggio in quanto pensate per aree non appropriate, di interesse paesaggistico o prossime a centri abitati. Su queste si registrano numerose polemiche, proteste e – in alcuni casi – il veto delle istituzioni competenti alla loro realizzazione. Perché l’intento di produrre energie da fonti rinnovabili non sempre appare mosso da idee eco-compatibili.

Le proteste riguardano vari progetti: in Molise, ad esempio, si moltiplicano le contestazioni sui piani regionali relativi ai nuovi impianti, con particolare riguardo alle località di interesse artistico, storico, architettonico e naturalistico. Bersaglio delle ultime proteste, la costruzione di pali eolici nei luoghi archeologici a Santa Maria della strada a Matrice, Saepinum-Altilia e Pietrabbondante, al cui riguardo sono state organizzate manifestazioni promosse da varie associazioni, che hanno portato ad un confronto a cui hanno preso parte anche autorità locali, per evidenziare il fatto che l’impianto da realizzare deturperebbe il paesaggio e per sollevare una critica alla Regione per non aver posto vincoli che impediscano, in futuro, nuove realizzazioni in aree da tutelare.

Anche in Emilia Romagna non incassano un’accoglienza favorevole i progetti legati alla realizzazione di alcuni parchi eolici in aree dove già esistono iniziative analoghe, come quella che prevede 13 torri di 155 metri nell’alto Mugello a Monte Faggiola. Anche in questo caso non è mancato un momento di confronto tra movimenti di difesa dell’ambiente e rappresentanti delle istituzioni, in cui sono state esposte le ragioni di chi già vive nei pressi di un impianto e che spiega come, oltre ai potenziali danni al paesaggio e agli animali – e al rischio di deprezzamento degli immobili situati nelle vicinanze dei parchi eolici –  esistano anche rischi per la salute dell’uomo, sottoposto al rumore continuo e diffuso a basse frequenze generato dal movimento delle pale, che può compromettere udito ed equilibrio.

Talvolta un progetto pensato da un ente locale incontra l’opposizione di altre istituzioni. E’ il caso di alcuni comuni situati al confine tra le province di Sondrio e Bergamo, in Lombardia, che si sono trovati in contrasto sulla realizzazione di un parco eolico al passo San Marco, bloccata definitivamente da una decisione del Consiglio dei Ministri presa per evitare lo sfregio ad un paesaggio montano.

Neppure la Puglia – regina italiana dell’eolico – è esente da contrasti a questo proposito: se ne è parlato diffusamente in occasione di un convegno, organizzato da Save Salento a Melpignano, che ha evidenziato la necessità di riportare ordine in un settore – quello delle rinnovabili industriali – che è stato oggetto di speculazione e in cui si è assistito all’accantonamento dei criteri di pianificazione urbanistica, territoriale e paesaggistica in nome di una “deregolamentazione folle”. A questo proposito la Giunta regionale ha approvato alcune settimane fa un protocollo d’intesa tra Regione, Enti Locali e società proponenti impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile, che, alle aziende che richiederanno autorizzazioni per nuovi impianti di energia rinnovabile, consentirà di realizzare opere di mitigazione e compensazione per il riequilibrio ambientale, ossia interventi mirati alla riduzione dell’impatto ambientale dovuto alla presenza di una infrastruttura (abbattimento del rumore generato dall’impianto, contenimento di inquinanti nell’aria e nelle acque, eccetera). Appunto per conciliare sviluppo dell’eolico e rispetto dell’ambiente, la Regione ha appena reso più stringenti gli obblighi normativi.

Scarsa attenzione per l’ambiente e il territorio, obiettivi di speculazione e superficialità progettuale hanno portato non raramente alla presentazione di progetti che, al di là del beneficio portato dalla produzione di energia pulita, possono aver generato nell’opinione pubblica l’idea che la realizzazione di un impianto eolico sia stata legata ad interessi diversi e lontani dal voler produrre energia da fonti rinnovabili.

Se però su abusivismi e speculazioni esistono già normative da rispettare, nell’ottica di una vera eco-compatibilità, a fianco delle linee guida per le autorizzazioni degli impianti da fonti rinnovabili arrivano tempestive dalla Commissione Europea le indicazioni relative alla realizzazione di parchi eolici in zone naturali protette : “Sebbene in generale l’energia eolica non costituisca una minaccia per la fauna selvatica – spiega la Commissione – la presenza di parchi eolici inadeguatamente progettati o collocati in zone critiche può incidere negativamente su specie e habitat vulnerabili”.

L’energia eolica deve essere concepita con criteri eco-compatibili perché – prosegue la Commissione – “contribuisce a ridurre considerevolmente i gas a effetto serra e le emissioni di inquinanti atmosferici, ma anche il consumo di acqua dolce connesso alla produzione di energia da fonti convenzionali nell’UE. La percentuale di energia eolica prodotta è cresciuta rapidamente nel corso degli ultimi dieci anni, e nel 2009 rappresentava circa il 4,8% del consumo totale di elettricità nell’Ue. Entro il 2020 tale cifra sembra destinata a triplicare”.


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L'autore

Dario Bonacina

Tecnico informatico, è collaboratore di alcune aziende industriali e si interessa di Internet e di tecnologia, con riguardo al loro impatto a livello economico e sociale, nonché di comunicazione e telecomunicazioni. E' autore di servizi e articoli per varie testate, emittenti radiofoniche e siti di informazione tecnologica.


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