Overshoot day: sono finite le riserve
Il 13 agosto 2015 è stato l'Overshoot day, il giorno in cui esauriscono le risorse sulla Terra. È il giorno del debito ecologico. Lo calcola il Global Footprint Network
Overshoot day si chiama il giorno del debito ecologico. Il 13 agosto 2015 sono finite le risorse sulla Terra. Non è un film di fantascienza ma la realtà.
Lo calcola ogni il Global Footprint Network per misurare lo stato di salute della nostra civiltà e del nostro pianeta. L’anno scorso avevamo finito il carburante il 19 agosto. L’ultimo anno in cui le nostre risorse corrispondevano al calendario solare, ovvero finivamo ciò che il Pianeta ci elargisce in termini di energia, materia e cibo, era il 1970. Da allora, a passo di gambero, sempre prima.
Si parla di crisi economica e di famiglie che non hanno di che arrivare a fine mese, e magari si vendono la casa di famiglia, impegnano i pochi gioielli al monte di pietà; ecco, per andare avanti, l’intero pianeta, deve fare ricorso alle riserve accumulate. Un default materiale molto peggiore di quello economico.
In un bellissimo documentario, vincitore al Festival di Cinemambiente di Torino nel 2010, “The End of the Line”, si parlava della crisi del pescato: la fine delle risorse ittiche. In quel documentario veniva intervistato uno scienziato, al termine di un incontro della Fao che avrebbe dovuto decidere le quote pesca per ogni nazione del mondo: lo scienziato era cinicamente divertito perché, affermava, in quella riunione i diversi governi stavano spartendosi una risorsa che non esisteva più. In altre parole stavano assegnando quantità di pesce da pescare per ogni paese che il mare non conteneva più.
Ecco l’overshoot day è un monito: stiamo mangiando, bruciando, usando più terra e materie prime di quanto il pianeta ogni anno possa mettercene a disposizione.
Fra pochi mesi, inoltre, si aprirà la Conferenza mondiale sul Clima di Parigi. Non si può non citare perché è una tappa fondamentale per definire le regole secondo le quali consumeremo (e inquineremo) nei prossimi anni.
Lester R. Brown, una delle menti ecologiste più illuminate dell’ultimo secolo, dice, con una battuta, “non c’è più tempo di essere pessimisti”. Ha ragione. Abbiamo le conoscenze e le capacità per invertire la rotta.
70.000 anni fa l’Homo sapiens ha subito una rivoluzione cognitiva rispetto a tutte le altre specie del pianeta che lo ha portato in un lasso breve di tempo a dominare la Terra. 12.000 anni fa ha domestico piante e animali e ha posto i primi insediamenti umani permanenti. 5.000 anni fa ha iniziato a scrivere ed è passato dal baratto al “denaro”. La prima moneta vera e propria è stata coniata duemila anni dopo. 3000 anni fa l’impero persiano è il primo rodine politico universale “a beneficio di tutti gli umani”. 500 anni fa accade la rivoluzione scientifica e gli Europei conquistano le Americhe; inizia l’unificazione della storia del pianeta. 200 anni ancora una rivoluzione, industriale: nascono gli stati e nasce il mercato.
Una mano dipinta (nella foto) nelle grotte di Chauvet-Pont-d’Arc, in Francia, risalente a quasi 30.000 anni fa, è una delle prima testimonianze dell’uomo. Dice, o sembra dire: “io sono qui”.
Oggi abbiamo la possibilità di scegliere quanto tempo ancora voler rimanere.
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L'autore
Marco Gisotti
Direttore scientifico di Green factor, ha creato e dirige dal 2005 il Master in Comunicazione ambientale del Centro studi CTS con il Dipartimento di scienze della comunicazione della Sapienza di Roma e l’ENEA. È autore, con Tessa Gelisio, di “Guida ai green jobs. Come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro” (Edizioni ambiente).
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