Vedogreen
Il green che avanza, tenendo d’occhio l’innovazione
Le aziende green migliorano agli occhi degli investitori, che sono interessati anche a Pmi e start up, purché siano "verdi"
Godono di buona salute e guardano al futuro con ottimismo. Non parliamo di aziende tedesche, ma delle italiane “green” quotate in borsa. A snocciolare numeri positivi non è il politico di turno in vista della prossima tornata elettorale, ma un soggetto che di finanza e green se ne intende, l’osservatorio Vedogreen, che da anni tiene sotto la lente un panel di imprese quotate in borsa con nel proprio Dna il green. «Il settore delle aziende che monitoriamo è in crescita, sia come numero, sono otto in più, sia come capitalizzazione, il 63% in più. – ci dice Anna Lambiase, Amministratore delegato di Vedogreen – E non si tratta “solo” di un aumento del numero di aziende interessate al settore green. Al netto delle nuove società nel panel Vedogreen quotate, infatti, da ottobre 2013 ad oggi la market cap è cresciuta del 28%, da 1 a 1,3 miliardi di euro».
La domanda degli investitori, negli ultimi sei mesi, è in crescita, sia verso l’Italia, sia verso il settore del green che si sta differenziando e non poco. Fino all’anno scorso, infatti, il green in Italia era caratterizzato dalle rinnovabili, mentre ora il panel di società quotate è più diversificato e gli investitori stanno scegliendo tra diversi segmenti.
«I prossimi due anni saranno nel segno della crescita. – prosegue Lambiase – Sul fronte della domanda e dell’offerta ci saranno novità positive, con una differenza rispetto all’anno passato: le Pmi». Oltre il Bel Paese coniugato al green, infatti, gli investitori stanno individuando anche l’universo, troppo spesso sconosciuto anche a noi italiani, delle Pmi ad alta tecnologia. «Sotto questo profilo, vediamo con piacere che gli investitori stanno scoprendo quello che è il vero tessuto imprenditoriale italiano che nonostante la crisi regge e resiste. – continua Lambiase – Non si tratta delle note “multinazionali tascabili”, ma di piccole e medie aziende con un fatturato da dieci milioni di euro a salire, che hanno delle grandi eccellenze all’interno, sono hi-tech e si proiettano sui mercati esteri».
I settori in crescita, oltre le rinnovabili, sono l’agribusiness, l’ecomobility, le smartenergy e l’ecobuilding, e il processo di diversificazione dei settori sarà sempre più accentuato nei prossimi due anni, visto che, secondo Lambiase, sono ancora una decina i comparti che non sono rappresentati in borsa. L’attenzione degli investitori non trascura nemmeno le start up, settore che in Italia di sicuro non ha goduto di uno scenario, per così dire, “californiano”, con particolare attenzione specialmente verso quelle hi-tech. E all’orizzonte si profilano altre possibilità, poiché stiamo entrando nel Programma Quadro Horizon 2020 dell’Unione Europea, dedicato alla Ricerca&Sviluppo, che avrà una dotazione di 70 miliardi di euro, riunendo tutti i finanziamenti dell’Unione Europea esistenti per la ricerca e l’innovazione. «Anche questa è un’opportunità da non sottovalutare e che deve essere collegata al “sentiment” positivo degli investitori di cui ho parlato prima. – conclude Lambiase – Fatto che ho percepito direttamente quando abbiamo lanciato la Spac Green Italy1, che tra ottobre e dicembre 2013, ha raccolto 35 milioni di euro con la quotazione in borsa a Milano (di cui Anna Lambiase è socio promotore e membro del Cda. N.d.R.). Di queste e altre questioni si discuterà durante la III edizione del “Green Investor Day”, l’evento nazionale per la finanza e le imprese green che avrà come tema centrale l’innovazione tecnologica e sarà ospitato a Milano il prossimo 8 maggio all’interno di Solarexpo – The Innovation Cloud.
Per consultare l’agenda completa del Green Investor Day e iscriversi per partecipare all’evento clicca qui
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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