Efficienza energetica nell’industria, la PA aiuta le PMI

Quello dell’efficienza energetica nell’industria è un vero tesoro per buona parte da scoprire. Come ricorda l’Enea, nel suo rapporto annuale dedicato al tema, l’industria è (insieme al settore residenziale e terziario) una delle aree dove il potenziale rimanente è il più grande e che, nel caso specifico, più della metà non viene sfruttato.
Per riuscire a farlo sono diverse le misure attuabili, dall’adozione di impianti idonei al miglioramento dell’efficienza dei processi produttivi. In quest’ultimo caso va segnalato il recente esempio del progetto Est (Energy saving Trentino), promosso dall’assessorato allo Sviluppo economico e lavoro della Provincia autonoma di Trento tramite il suo braccio operativo Trentino Sviluppo e messo a punto grazie alla collaborazione con soggetti locali istituzionali e operatori economici. Il progetto, potenzialmente, interessa più di duemila piccole e medie imprese con più di 5 dipendenti e già la sperimentazione condotta su un campione di 9 aziende ha dimostrato la possibilità di tagliare di un 12% il costo per la bolletta di luce e gas, con un vantaggio di 48mila euro l’anno.
In pratica l’intervento si realizza in diverse fasi: il primo passo consiste in una verifica di fattibilità tecnico-economica, che consiste in un primo sopralluogo, una diagnosi energetica e una prima valutazione condivisa. Al report messo a punto al termine di questa prima fase; segue un nuovo e più approfondito sopralluogo e un ulteriore approfondimento tecnico-economico. “Di qui discende la proposta progettuale preventiva all’avvio dell’intervento, dunque l’esecuzione delle misure previste” spiega Trentino Sviluppo, segnalando anche come nel frattempo, il cliente è assistito nell’accesso a un finanziamento dedicato.
Enti pubblici centrali e locali sono tutti coinvolti in questa azione per conseguire risultati tangibili a livello di efficienza energetica. Citando le misure più recenti, a livello ministeriale c’è il bando del ministero dello Sviluppo economico in favore delle imprese delle Regioni Convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia) per il finanziamento di programmi d’investimento per ridurre e razionalizzare l’uso dell’energia utilizzata nei cicli di lavorazione o di erogazione dei servizi. La risposta d’interesse non si è fatta attendere: infatti lo sportello delegato ha chiuso il 19 maggio perché ha ricevuto domande superiori ai 100 milioni di euro, ossia alle risorse disponibili.
Diverse regioni si sono mosse per supportare il passaggio verso l’efficienza energetica e l’uso delle rinnovabili nelle aziende: tra i più recenti esempi va segnalata l’Emilia Romagna che ha lanciato un fondo da 23,7 milioni di euro, di cui 9,5 milioni dall’Asse 3 per migliorare l’efficienza energetica nelle imprese e favorire lo sviluppo di fonti rinnovabili. C’è poi il caso del Veneto che ne ha stanziati 39 di milioni per investimenti mirati a “migliorare i rendimenti energetici degli impianti”. Gli interventi utili, in quest’ultimo caso, riguardano il miglioramento del rendimento energetico degli impianti esistenti; la produzione combinata di energia termica ed elettrica in cogenerazione; la produzione di energia elettrica mediante celle a combustibile; la produzione di energia da fonti rinnovabili.