Un disegno di legge per la sostenibilità degli edifici pubblici
Nuove norme in arrivo per il risparmio energetico e l'impiego di energia da fonti rinnovabili negli edifici pubblici
Un programma di interventi per il risparmio energetico, lo sviluppo della produzione e l’impiego di energia da fonti rinnovabili che coinvolgerà due terzi degli edifici pubblici. E’ quanto previsto dal disegno di legge 3079 “Norme per il risparmio energetico e lo sviluppo dell’impiego di energia da fonti rinnovabili negli edifici pubblici” di cui si occuperà la Commissione Attività Produttive della Camera.
L’idea di scrivere una proposta di legge in questa materia «nasce sull’esempio del modello americano di “green-economy” e punta a contrastare gli effetti della recessione economica, promuovendo investimenti, occupazione e imprenditorialità in attività utili all’ambiente», si legge nella relazione. Il ddl «vuole essere la prima tappa di una transizione del sistema energetico italiano riguardante il settore pubblico», spiega il relatore «che porterà a significanti tagli delle emissioni di gas serra e quindi al ricorso ancora più massiccio alle fonti di energia rinnovabili di quello sino ad oggi attuato».
Recentemente -si sottolinea nel documento- la Direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’energia rinnovabile ha stabilito che entro il 30 giugno 2010 ogni Stato membro debba presentare alla Commissione europea piani nazionali di azione per le energie rinnovabili. E poiché per l’Italia il consumo di energia dovrà provenire, entro il 2020, per il 17% da fonti rinnovabili, dovrà più che triplicare le energie rinnovabili consumate (da 7,1 Mtep nel 2005, a 22,25 Mtep nel 2020).
Secondo la proposta di legge, è prevista una riduzione di almeno il 30% dell’energia consumata dagli edifici pubblici nell’anno precedente a quello di entrata in vigore della legge e lo sviluppo della produzione e dell’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili pari ad almeno il 30% di quella consumata da tali edifici.
«L’esempio e lo sviluppo di tali interventi nel settore pubblico, oltre ad indurre innovazione tecnologica, consentirebbe una grande crescita delle imprese del settore con una conseguente crescita della quota degli occupati, pari a circa 300.000 lavoratori in più a regime», conclude il relatore. «Le ripercussioni positive indotte da tali interventi nel pubblico ricadrebbero anche sullo sviluppo dei medesimi progetti nel settore privato. Vi sarebbero, in ultimo, secondo le stime, effetti di crescita dell’1,2 per cento del prodotto interno lordo (PIL).»
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L'autore
Gabriella Longo
E' laureata in comunicazione e multimedialità. Si occupa di ambienti multimediali per l'apprendimento. Segue l'evoluzione della tecnologia, in particolare nel suo rapporto con la divulgazione e con il racconto del mutamento della nostra società.
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