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Il patrimonio cartografico leccese racchiuso in un libro pensato per gli studiosi
Il volume ripercorre la storia della figura dell’agrimensore ed è un importante tesoro archivistico da offrire ad un’ampia platea di studiosi e di figure professionali
Il volume presentato a Torre dell’Orso (Le) dal titolo “Disegnare il territorio. Cartografia demaniale in Terra d’Otranto prima dell’Unità” (Lecce, Edizioni Grifo, 2014) è stato curato da Annalisa Bianco, Michele Mainardi e Mario Spedicato e nasce dalla volontà sinergica dell’ Archivio di Stato di Lecce, della locale Sezione della Società di Storia per la Puglia e del Collegio provinciale dei Geometri e Geometri Laureati, presieduto da Eugenio Rizzo, di pubblicizzare un importante tesoro archivistico da offrire ad un’ampia platea di studiosi e di figure professionali che hanno a che fare con la storia del territorio. Il libro, impreziosito da un’elegante veste tipografica e da un ricco apparato iconografico a colori, affronta storicamente il farsi della figura dell’agrimensore, quel perito delle misurazioni sul terreno che altri non è che il geometra del periodo pre-unitario, ed offre in tal senso un’ampia rassegna dell’attività svolta nella descrizione del paesaggio agrario dell’antica Terra d’Otranto, a seguito delle controversie sorte per la definizione dei demani comunali.
Il nucleo dell’opera è costituito da un ponderoso lavoro di regestazione di tutto il patrimonio cartografico preunitario di argomento demaniale, conservato nel fondo Intendenza di Terra d’Otranto dell’Archivio di Stato di Lecce. Sono 207 le mappe criticamente inventariate e postillate da Liliana Bruno e Daniela Ragusa e sapientemente valorizzate dalla fotografia di Pierluigi Bolognini. I saggi ospitati in questo volume collettaneo arricchiscono di ulteriori elementi di lettura il materiale cartografico. Michele Mainardi analizza l’evoluzione storica della figura dell’agrimensore nel Regno di Napoli, sia in rapporto alla sua formazione che nelle sue relazioni con le istituzioni locali, nel passaggio dal vecchio al nuovo sistema del possesso fondiario. Giuseppe Carlone sviscera l’intricato argomento delle molteplici misure agrarie vigenti in antico regime prima della riforma varata nel 1840 da Carlo Afan de Rivera nell’intento di razionalizzare un sistema caratterizzato dalla notevole difformità metrica , sintomo di un’arretratezza socio-economica funzionale al controllo del feudo da parte dei baroni, prima, e dei galantuomini, poi.
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