***ATTENZIONE***
VERSIONE OLD DI TEKNECO AGGIORNATA SINO A GENNAIO 2017
Clicca qui per visualizzare il nuovo sito
WindFloat: eolico offshore a pelo d'acqua | Tekneco

Installazioni

WindFloat: eolico offshore a pelo d’acqua

Dal Portogallo novità per l'eolico in alto mare: nuove soluzioni per produrre più energia con minor impatto sull'ambiente

Scritto da il 28 maggio 2012 alle 8:10 | 4 Commenti

WindFloat: eolico offshore a pelo d’acqua

L’eolico off shore dimentica le grandi piattaforme in mare. Nessuna struttura invasiva per le nuove turbine, che si fanno galleggianti per posizionarsi ben oltre le coste e sfruttare al massimo la potenza del vento. Si chiama WindFloat l’ultima frontiera nel settore dell’energia eolica in alto mare. Premiata di recente con gli Renewable Energy Awards come ‘Innovazione tecnologica dell’anno’, è entrata in funzione – ancora in via sperimentale – lo scorso dicembre.

La turbina è stata installata a circa 350 chilometri al largo della costa del Portogallo, nei pressi di Agucadoura, ed è in grado ad oggi di produrre energia elettrica fino a 2 Mw. Il prototipo, costato 23 milioni di euro, resterà in funzione per un anno e, se i risultati saranno quelli sperati, potrà essere affiancato da altre turbine di maggiore potenza fino a realizzare un parco eolico off shore per un totale di 150 Mw.

Il progetto nasce dalla partnership tra l’azienda specializzata americana Principle Power, che detiene il brevetto della nuova tecnologia, e EDP – Energias de Portugal, utility portoghese che ha coinvolto nella realizzazione 60 fornitori europei del Gruppo Wind Plus JV. La novità sta nell’adozione di un sistema completamente galleggiante, che non ha bisogno di impiegare apparecchiature di sollevamento pesante in superficie e nemmeno delle operazioni di assemblaggio e fissaggio in profondità.

Infatti WindFloat è stata interamente assemblata a terra – nei cantieri della Lisnave, vicino a Setubal in Portogallo – per essere poi rimorchiata al largo ed attraccata al fondale tramite robusti cavi d’acciaio. Il sistema di galleggiamento permette, poi, alla turbina eolica di essere posizionata anche presso fondali che superano i 50 metri di profondità. Una tecnologia che supera gli attuali standar di installazione e di operare laddove il vento soffia più forte e in maniera più costante.

Questa soluzione conferma di poter produrre maggiori quantità di energia senza rinunciare alla stabilità, garantita attraverso un’apposita base triangolare. É qui che vanno a poggiare le turbine mobili, in modo da ridurre le conseguenze date dal moto ondoso sulla pala anche in caso di mare agitato. Quando il vento si sposta e cambia la direzione dei carichi sulla turbina e sul basamento galleggiante, le pompe dell’acqua di zavorra si spostano tra le camere di fondazione e, tramite cavi, l’energia prodotta viene convogliata ad un’altra stazione. Con la realizzazione del parco eolico completo l’energia sarà connessa in rete a tutte le turbine e così trasferita verso la terraferma.


Commenti

Ci sono 4 commenti.

  • cosimo
    scrive il 28 maggio 2012 alle ore 12:40

    bella l'innovazione che permette di non bucare il fondale con le solite fondazioni. Sorge un problema: più lontano stai dalla costa e più soldi si spendono per il cavidotto che porta l'energia alla terra ferma (500.000 euro a chilometro se non erro). Come affrontano questo aspetto?

  • Giovanna Lodato
    scrive il 28 maggio 2012 alle ore 13:36

    Gentilissimo, secondo le stime più recenti del settore i costi degli impianti eolici off-shore si aggirano attorno al 30 – 40% in più rispetto a quelli su terraferma. Di solito questo dispendio viene compensato dalla maggiore produttività (oltre il 30%), raggiungibile grazie alla locazione al largo delle coste, dove spirano con più forza i venti. Nel caso di WindFloat va considerato un ulteriore incremento nel ricavo di energia, dato dalla possibilità di piazzare le turbine più a largo di quanto comunemente si fa. Inoltre, nella valutazione economica, è fondamentale considerare la riduzione dell’ingombro e del peso del generatore, che porta ad un taglio sui costi sia di installazione che manutenzione. Per ulteriori informazioni si rimanda al produttore del prototipo: http://www.principlepowerinc.com/products/windfloat.html.

  • Dimitri
    scrive il 03 giugno 2012 alle ore 23:00

    Perché si continua a confondere la potenza con l'energia? Una turbina di una certa potenza (MW) può produrre, in un certo periodo di tempo (ad esempio un anno), una determinata quantità di energia (MWh). Infatti, l'energia è il prodotto della potenza per il tempo: se la potenza viene espressa in MW e il tempo in ore, si ottiene MWh. Chiaro? Saluti

  • Giovanna Lodato
    scrive il 04 giugno 2012 alle ore 09:46

    Caro Dimitri, innanzi tutto La ringrazio per il suo intervento. Nell'articolo in questione l'unità Mw non mi pare non venga rapportata alla potenza: nella parte in cui è riportata la capacità della turbina di "produrre energia elettrica fino a 2 Mw" si parla di Mw riferendosi soltanto al tetto massimo di potenza dell'impianto, ovvero per indicare un limite. Mi auguro di aver soddisfatto le sue perplessità e Le porgo i miei saluti.

Rispondi

Nome (richiesto)

Email (richiesta, non verrà pubblicata)

Sito web (opzionale)


Condividi


Tag


L'autore

Giovanna Lodato

Web editor. Formazione umanistica alle spalle, ha collaborato con diverse testate on line. Ha scritto di cultura, arte, musica ma anche di cronaca e politica, fino ad approdare all'ambiente. Da quasi due anni ecologia nonché i temi legati alla green economy e all'edilizia verde la fanno da padrone nella sua produzione giornalistica.


Il solare termico, corso online
Focus, la rivoluzione della domotica
Klimahouse 2017
RUBNER
AQUAFARM
BANCA ETICA
SIFET
BUILDING INNOVATION

ANICA
tekneco è anche una rivista
la tua azienda su google maps

Più letti della settimana



Continua a seguire Tekneco anche su Facebook:

Altri articoli in Energia Alternativa
Princess_Noura_Bint_Abdulrahman_University1
Il più grande impianto solare del mondo è arabo

L’Arabia Saudita si avvia alla leadership nel settore con un piano strategico per ottenere fino al 10% dell’elettricità dal solare entro il 2020

fotovoltaico-sandia
Il sole problematico

Il 2011 ha visto una vera e propria “corsa” all’allaccio con una potenza installata senza precedenti. Quali le prospettive future per il settore?

Close