Politica energetica
Utility in salvo a spese delle rinnovabili?
Un emendamento alla finanziaria approvato in Commissione Bilancio del Senato anticiperebbe al 2014 l’introduzione di un meccanismo di capacity payment
La complicata e tormentata approvazione della Legge finanziaria riaccende la polemica tra sostenitori delle fonti fossili e rinnovabili. Il casus belli è un emendamento approvato ieri in Commissione Bilancio al Senato sul tema del capacity payment agli impianti termoelettrici: tecnicamente, si tratta di una remunerazione per le centrali a gas per il contributo assicurato alla stabilità del sistema elettrico nazionale.
L’Aeeg nei mesi scorsi aveva stabilito che un meccanismo di questo tipo sarebbe dovuto entrare in funzione soltanto nel 2017, ma la crisi dei consumi elettrici nazionali e l’esplosione delle rinnovabili ha da tempo messo in crisi i bilanci delle utility italiane, che certamente gradirebbero avere un contributo di questo tipo (si parla di un miliardo di euro annuo) in tasca anzitempo. In questo senso arriva l’emendamento, di carattere transitorio, che dovrebbe far scattare il contributo già l’anno prossimo.
A pagare il conto dell’operazione, a leggere tra le righe di un successivo subemendamento, potrebbero essere proprio le rinnovabili, poiché si fa riferimento a “Un’adeguata partecipazione delle diverse fonti ai costi per il mantenimento della sicurezza del sistema elettrico”. Immediata è stata infatti la reazione di AssoRinnovabili, Gifi e Ifi: “Riteniamo che addebitare questo costo in modo, di fatto retroattivo, agli impianti rinnovabili creerebbe un danno molto rilevante a chi ha legittimamente investito negli ultimi anni e un grave vulnus alla credibilità del nostro Paese presso la comunità degli investitori nazionali e internazionali. In questo modo si giungerebbe a un esito paradossale per cui le fonti rinnovabili andrebbero a finanziare in senso regressivo l’energia da fonti fossili. Inoltre, si andrebbe a colpire un settore tecnologico d’avanguardia quale quello delle smart grid e dei sistemi di accumulo elettrico sui quali il nostro paese potrebbe assumere un chiaro vantaggio competitivo e una funzione di leadership a livello mondiale. Chiediamo con forza che, con il maxiemendamento che il Governo si appresta a varare, tale disposizione venga eliminata e si dia finalmente spazio a misure a favore dello sviluppo delle rinnovabili e della generazione distribuita, settore che già oggi occupa oltre 130.000 addetti”.
Le ultime notizie che arrivano dal Parlamento suggeriscono però che il maxiemendamento del Governo dovrebbe comprendere l’emendamento per anticipare il capacity payment ma non quello per spalmarne i costi anche sulle rinnovabili. Ma per averne certezza, occorrerà aspettare il voto definitivo dell’Aula.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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