Tekneco #16 - Fonti fossili
Una bolletta da 48mila miliardi di dollari
La IEA ha fatto i conti in tasca agli investimenti necessari da oggi al 2035 per sostenere le fonti fissili
Il mondo ha un crescente bisogno di energia, in modo particolare per soddisfare il crescente fabbisogno dei Paesi emergenti, ma anche per migliorare e decarbonizzare la generazione dell’Occidente. Ma quanto costa questa corsa all’allaccio? Secondo le stime della Iea, l’International Energy Agency, per saziare la fame energetica del mondo sono necessari investimenti spropositati, pari a oltre 48 mila miliardi di dollari da oggi fino al 2035. In buona sostanza, nelle prossime due decadi, gli investimenti per soddisfare la domanda di energia primaria saliranno dai correnti 1.600 miliardi l’anno a 2 mila miliardi. L’aspetto meno esaltante è che, come da previsioni, le fonti fossili continueranno ad assorbire buona parte dei volumi di spesa. Infatti, della tranche di circa 40 mila miliardi destinati all’approvvigionamento della materia prima e alla generazione/trasmissione di energia elettrica, oltre la metà degli investimenti saranno assorbiti da petrolio, gas e carbone. Altri 23 mila miliardi di dollari saranno necessari per sostenere le attività di estrazione, trasporto e raffinazione e saranno così ripartiti: 13.600 miliardi di dollari per petrolio, circa 9 mila miliardi per gas e 1.000 miliardi per carbone. Il rapporto, in particolare, sottolinea lo sforzo richiesto per incrementare la capillarità della rete di rigassificatori. Come spiega Assoelettrica, di fatto, questo sforzo finanziario è indispensabile per mantenere i correnti livelli di produzione energetica in una prospettiva di produttività declinante dei giacimenti. In poche parole, il Pianeta sta raschiando il fondo del barile e lo sta facendo a caro prezzo. Ulteriori 2.600 miliardi di dollari serviranno per il rinnovo del parco di impianti convenzionali. Molti meno fondi, invece, saranno destinati agli investimenti per la generazione di energia elettrica a bassa emissione di carbonio, con circa 6 mila miliardi di dollari per le rinnovabili. Altri 1.000 miliardi di dollari saranno destinati, invece, al nucleare. Investimenti di pari entità saranno dedicati all’ammodernamento della capacità di trasmissione e distribuzione. Un aspetto positivo risiede nell’accelerazione della spesa per l’efficienza energetica, che passerà dai 130 miliardi di dollari annui attuali agli oltre 550 miliardi di dollari del 2035. Tuttavia questi valori sono ritenuti insufficienti per contenere la stabilizzazione del surriscaldamento globale entro i 2 gradi centigradi. Secondo la Iea, invece degli stimati 8 mila miliardi complessivi, gli investimenti in efficienza dovrebbero arrivare a 14 mila miliardi di dollari per ottenere al 2035 una contrazione della domanda di energia primaria del 15% rispetto alle proiezioni. Dunque lo scenario ritenuto più probabile è quello definito “New Policies”, non certo confortante, perché ci condurrebbe verso un aumento di temperatura di 3,6 °C rispetto ai livelli preindustriali.
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