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Segnali negativi per il teleriscaldamento da biomasse | Tekneco

Filiera Legno-energia

Segnali negativi per il teleriscaldamento da biomasse

La cancellazione del Fondo di Garanzia e il possibile intervento regolatorio all’orizzonte preoccupano il presidente di Fiper, Walter Righini

Scritto da il 07 aprile 2014 alle 8:00 | 2 Commenti

Segnali negativi per il teleriscaldamento da biomasse

I segnali non sono dei migliori per il mondo del teleriscaldamento, in particolare per quello derivante dalle biomasse legnose. È quanto emerso dal Convegno organizzato a Milano dalla Fiper (Federazione Italiana dei Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili) in collaborazione con Regione Lombardia dal titolo: “Verso Expo 2015: la nuova frontiera dell’energia. Il contributo della filiera biomassa, biogas e biometano all’economia”.

Il comparto in effetti è stato colpito nelle settimane scorse dall’entrata in vigore di un provvedimento che ha tagliato retroattivamente gli sgravi per gli utilizzatori finali. Inoltre, proprio nelle ore in cui si concludeva il convegno, arrivava la conferma del provvedimento governativo sull’efficienza energetica, che non piace per nulla a Fiper.

Racconta a Tekneco Walter Righini, presidente di Fiper:  “Andare a ridurre di 700.000 euro gli sgravi per il teleriscaldamento è un segnale estremamente negativo, in pratica si dice agli utenti di continuare a utilizzare il gasolio per riscaldarsi. Ancora più grave, però, è il taglio del fondo di garanzia per il teleriscaldamento, che era già previsto dal 2010. Il fondo era stato accorpato in passato  a quello sull’efficienza per gli edifici pubblici e già questo intervento non ci era piaciuto, però, adesso addirittura il fondo sembra essere stato cancellato completamente con l’intervento odierno del Governo Renzi.  Eppure il Fondo per il teleriscaldamento potrebbe favorire intorno ai 960 milioni\1200 milioni di euro di investimenti complessivi del settore con l’attivazione di una filiera energetica di vero made in italy. Inoltre, ci sarebbe un’altra ricaduta economica sul territorio perché si favorirebbe l’attivazione di nuove reti di teleriscaldamento che andrebbero ad avviare localmente filiere bosco-legno-energia”.

Un terzo segnale negativo, inoltre, sembra all’orizzonte. La recente relazione dell’Autorità per la concorrenza sul teleriscaldamento è complessivamente piaciuta a Fiper, ma ha anche messo in luce la necessità di una qualche forma di regolazione a livello nazionale. La novità emersa dal convegno è che questo intervento (in particolare sul fronte dei prezzi) sembra essere dietro l’angolo: “Il teleriscaldamento rappresenta appena il 4% del calore utilizzato in Italia,  c’è davvero bisogno di regolamentarlo? Eppure un incarico di questi tipo sembra essere stato affidato all’Autorità per l’energia, col tempo di fare le regole in due anni: questo significa procrastinare per ulteriore tempo le decisioni in materia. Vorrei sapere quali investitori accetteranno di operare in queste condizioni. La cosa più grave, inoltre, è che le Regioni (che hanno già emanato normative in materia, ndr) sembrano essere all’oscuro di questo intervento”. Insomma, il quadro non è positivo e rischia di compromettere lo sviluppo di un comparto che, in teoria, potrebbe assicurare il 20% della domanda di calore nazionale.

 


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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