Fotovoltaico domestico
Solare, l’autoconsumo va spinto al massimo
Nell’era post incentivi un altro parametro da considerare è l’autarchia, ossia il rapporto tra l’energia autoconsumata e il fabbisogno totale del nucleo familiare
La fine del Conto energia ha cambiato completamente le sorti e il funzionamento del fotovoltaico italiano. Come rileva un’analisi della società Conergy, quando questo sistema era in vigore, aveva senso coprire con pannelli più superficie del tetto possibile, così da aumentare la quantità di energia prodotta e ottenere di conseguenza più incentivi dal Gse, che remunerava i singoli kWh prodotti dal fotovoltaico.
Attualmente, invece, gli amanti del solare possono contare soltanto sul sostegno delle detrazioni fiscali del 50% e dello scambio sul posto. In queste condizioni perché l’investimento sia profittevole è necessario configurare al meglio l’impianto in base al fabbisogno di energia elettrica, così da utilizzare in loco quanta più energia prodotta possibile, raggiungendo cioè alte percentuali di autoconsumo.
Altro aspetto meno considerato è livello di “autarchia”, che viene calcolato confrontando la quantità di energia elettrica prodotta e consumata in loco con il fabbisogno totale di energia del nucleo familiare. Questo parametro descrive il livello di indipendenza dalla rete elettrica: più alto è il grado di autarchia, minore elettricità dovrà essere acquistata dai tradizionali fornitori, garantendo così risparmi maggiori e un rientro più rapido dall’investimento.
La regola aurea, insomma, è che gli impianti fotovoltaici residenziali siano dimensionati in modo che l’autarchia e l’autoconsumo siano più elevati possibile. In realtà, naturalmente, il livello di autoconsumo “naturale” di una casa privata è attorno al 20-30%. Secondo l’analisi di Conergy è comunque possibile ottenere un aumento di circa il 5% attraverso dei cambiamenti nelle abitudini di consumo o nelle soluzioni di automazione già esistenti.
Sistemi domestici di gestione dell’energia (HEMS) ed elettrodomestici intelligenti dovrebbero aumentare questa cifra di un ulteriore 5-10% in un prossimo futuro. Inoltre, le sinergie con le tecnologie di riscaldamento (come le pompe di calore, le caldaie o gli impianti di stoccaggio di calore) sono in grado di migliorare ulteriormente il rapporto di autoconsumo.
La soluzione ideale per spingere al massimo l’autoconsumo sarebbe, ovviamente, lo stoccaggio, ossia speciali batterie in grado di accumulare l’energia prodotta dal fotovoltaico e rilasciarla anche nei momenti di assenza di generazione (come la notte). Una tecnologia che è proposta sempre di più dagli operatori ma la cui diffusione presso i consumatori finali, per il momento, è frenata dal costo di acquisto iniziale, che resta spesso elevato.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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