incentivi alle rinnovabili
Rinnovabili, troppi interventi turbano il mercato
Il taglio dei prezzi minimi garantiti e il decreto sulla spalmatura degli incentivi rischiano di mettere in ginocchio il comparto
Il tema del sostegno alle fonti rinnovabili continua a restare sulla cresta dell’onda. A pochi giorni dalle vacanze natalizie il varo del DL Sviluppo del Governo e la Del. 618/2013/R/EFR dell’Autorità per l’Energia hanno provocato l’insurrezione degli operatori del settore.
I due provvedimenti hanno modificato il regime dei prezzi minimi garantiti per i piccoli impianti di potenza inferiore a 1 MW, con un impatto pesante sugli operatori. Dai primi calcoli, infatti, si stimano riduzioni dei ricavi in alcuni casi fino al 40%, che rischiano di mettere in ginocchio quasi 60.000 impianti. “Invece di trovare soluzioni per ridurre la spesa pubblica, il Governo colpisce i pionieri della generazione distribuita – ha dichiarato Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili -. Proprio ora che si iniziano a vedere i primi segnali di ripresa dell’economia, si mette in crisi il settore che con 130.000 occupati ha avuto un ruolo anticiclico estremamente significativo negli ultimi anni”.
Sempre prima delle vacanze natalizie era arrivato un provvedimento che, di fatto, forza i proprietari degli impianti da fonti rinnovabili ad accettare la spalmatura degli incentivi legittimamente ottenuti in passato su più anni. Il punto cruciale è che, ormai da almeno un biennio, il costo del sostegno alle rinnovabili è considerato troppo oneroso dai Governi, che cercano attraverso provvedimenti di questo tipo di contenerne il peso.
In effetti, guardando soltanto agli incentivi diretti, secondo l’ultimo dato aggiornato del Contatore degli oneri delle Fer elettriche non fotovoltaiche, si tratta di una spesa di ben 4,54 miliardi di euro annui, elargiti tra i vari sistemi di incentivazione che si sono succeduti (CIP 6, Certificati Verdi, Tariffe Onnicomprensive, Registri e Aste). Altri 6,5 miliardi, invece, sono destinati al fotovoltaico, che rimane di gran lunga la fonte più incentivata, nonostante la fine del Conto energia.
Il peso delle rinnovabili sulle bollette elettriche degli italiani, insomma, è innegabile, ma interventi di questa natura, che si susseguono ripetutamente senza una logica chiara, rischiano soltanto di deprimere gli operatori e di allontanare ancora di più gli investimenti dall’estero.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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