Rinnovabili e sostenibilità
Rinnovabili termiche, l’Europa crede nei buoni esempi
È partito un progetto che punta a diffondere buone pratiche dedicate all’uso delle rinnovabili per il riscaldamento e per il raffreddamento.
Photo: Rock Cohen
L’Europa crede nelle potenzialità di sviluppo delle rinnovabili termiche. Un esempio è offerto da RES H/C Spread (www.res-hc-spread.eu), progetto comunitario in cui sono coinvolte sei regioni pilota: Castilla y Leon (Spagna), Emilia Romagna (Italia), Regione di Riga ( Lettonia), Rodophe (Bulgaria), Macedonia occidentale (Grecia) e Regione di Salisburgo (Austria). Si tratta di regioni appositamente selezionate in funzione della loro diversità climatica e culturale. L’idea è quella di sviluppare metodologie e buone prassi, specie per ciò che riguarda la messa a punto di strumenti e metodi a supporto della pianificazione regionale, da poter estendere poi a tutte le altre aree europee.
Coordinato dall’italiana ISIS (Istituto di Studi per l’Integrazione dei Sistemi), società di ricerca e consulenza privata, il progetto ha come obiettivo quello di definire per ognuna delle regioni coinvolte piani regionali per un migliore utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili sia per i riscaldamento che per il raffrescamento estivo. Come spiega Stefano Faberi, capo progetto ISIS, «Punti di forza del progetto, partito circa 6 mesi fa, sono la costituzione in ogni regione di un Comitati di Governance per il coinvolgimento attivo di attori locali e la messa a punto di mappe territoriali per la definizione dei potenziali di domanda e di offerta di energia termica».
Uno dei compiti principali di questi comitati sarà quello di favorire il consenso sulle politiche proposte tra le autorità regionali, le principali parti interessate e le rappresentanze dei cittadini. I piani saranno poi sviluppati in conformità con le politiche energetiche regionali avendo in particolare l’obiettivo di ottimizzare l’utilizzo delle fonti rinnovabili per la produzione di energia termica e di quelle disponibili localmente, come il calore di scarto o a bassa temperatura (da cogenerazione, fonti geotermiche a bassa entalpia, ecc.), anche mediante lo sviluppo o il potenziamento di reti di teleriscaldamento e raffrescamento.
Il progetto è finanziato dal programma Intelligent Energy con 1 milione di euro circa e si concluderà nel 2016. Lo spunto alla base del progetto è rappresentato «dall’interesse sul potenziale ancora poco utilizzato dalle rinnovabili termiche, in cui rientrano sistemi di teleriscaldamento anche di piccola dimensione che utilizzano calore di recupero della cogenerazione o dell’industria o vengono alimentatati da biomasse o da impianti solari termici di grandi dimensioni», illustra Faberi. Non è il primo progetto europeo sul tema, a conferma che l’argomento interessa eccome. «In Emilia Romagna, regione parte del progetto, c’è molto interesse, anche perché si è sviluppato significativamente il teleriscaldamento anche di piccola taglia, ma in generale c’è molta aspettativa anche da parte dell’Unione Europea, anche in vista del raggiungimento degli obiettivi 20-20-20» conclude il capo progetto Isis.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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