finanza green
Rinnovabili, F2i continua la sua avanzata
Il fondo di investimento ha acquisito i parchi solari di E.on in Italia. E pensa già alle prossime mosse
Qualcosa si muove nella galassia italiana delle rinnovabili, anche da un punto di vista finanziario, dopo mesi praticamente privi di qualsiasi novità di rilievo. È dei giorni scorsi la notizia che il gruppo energetico E.on (ormai sempre più vicino all’addio a tutte le attività di generazione sul territorio nazionale) ha venduto le sue attività solari in Italia al fondo italiano per le infrastrutture F2i Sgr. Gli impianti oggetto della vendita, spiega una nota della società, riguardano una capacità di generazione complessiva pari a 49 MW e consistono in 7 parchi fotovoltaici a terra, costruiti fra il 2010 e il 2013. Circa il 70% della capacità installata è in Sardegna.
Il prezzo dell’operazione è rimasto top secret. L’amministratore delegato, Renato Ravanelli, ha così commentato: “Questa operazione rappresenta un ulteriore tassello della strategia di F2i volta a operare in settori caratterizzati da un’elevata frammentazione societaria e finalizzata a favorire, mediante una gestione attiva del portafoglio, la nascita di soggetti di scala maggiore e quindi più efficienti e profittevoli”.
Altro aspetto significativo è che la mossa di F2i è arrivata circa tre mesi dopo l’acquisizione, del 70% della quota azionaria detenuta da Edison in Edens (ora E2i Energie Speciali S.r.l.), il terzo operatore italiano nel settore eolico con circa 600 MW di capacità installata. Tanto che ora molti analisti si aspettano la completa acquisizione della quota da parte di F2i, che appare sempre più vicina all’obiettivo di diventare uno dei punti di riferimento del mercato nazionale delle rinnovabili e costituire così un polo di attrazione per gli operatori minori. Infatti F2i è anche azionista di maggioranza relativa del gruppo Alerion, società proprietaria di ulteriori 200 MW di impianti. Ma che cosa è F2i? Non si tratta certo di un tradizionale operatore energetico: si tratta del più grande Fondo infrastrutturale operante in Italia, che ha raccolto sottoscrizioni per un ammontare complessivo superiore a 2,6 miliardi di euro, per circa l’80% già investiti in diversi comparti delle infrastrutture nazionali. Il punto è che, come per tutti i fondi, anche F2i sta facendo queste operazioni di rastrellamento nelle rinnovabili per avere un tornaconto. Quindi è assai probabile che, nei prossimi anni, si assisterà a un altro passaggio di mano (magari verso operatori più legati al mondo dell’energia) delle quote di impianti oggi detenute da F2i.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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