Normative
Pellet, scongiurato l’aumento dell’Iva
La Camera, con l’approvazione della Legge di Stabilità, ha di fatto bocciato il discusso emendamento che avrebbe favorito le risorse termiche di origine fossile
Pericolo scongiurato: la Camera dei Deputati, nell’approvare il DDL Legge di Stabilità 2015, ha di fatto bocciato l’emendamento all’art. 19 (Imprese) che prevedeva l’aumento dell’IVA sul pellet dal 10% al 22% per coprire finanziariamente il mantenimento delle agevolazioni sul gasolio e il GPL utilizzati, come combustibili per riscaldamento, in particolari zone geografiche. Il testo dell’art. 19 comma 12, così come approvato dalla Camera, prevede che la minor spesa prevista a carico delle casse dello Stato, pari a 16,336 milioni di euro per il 2015 e 38,690 milioni di euro per il 2016, sia determinata attraverso una riduzione di alcuni specifici crediti d’imposta definiti in un apposito elenco. Se l’emendamento fosse stato approvato, come avevamo scritto nei giorni scorsi, sarebbe stato un duro colpo per un settore fiorente come quello del pellet, ossia i cilindretti di materiale legnoso densificato, che ormai si trovano in vendita persino nei comuni supermercati e garantiscono il fabbisogno termico di due milioni di famiglie italiane.
La bocciatura dell’emendamento è stata ovviamente accolta con favore da Aiel, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali, e da Free, il Coordinamento delle associazioni delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, che avevano contrastato fin da subito il provvedimento. Per le due associazioni, però, è necessario continuare a monitorare la situazione affinché il testo, che sarà ora sottoposto all’approvazione del Senato, confermi questo risultato.
Come si legge in una nota di Aiel, “Sarebbe stato un vero paradosso che, per far fronte a una riduzione di spesa, si fosse ricorso a un aumento dell’Iva per un combustibile rinnovabile come il pellet, utilizzato da oltre 2 milioni di famiglie in Italia, soprattutto nelle fasce di reddito medio-basso”. Sullo sfondo, però, c’è ora il possibile effetto del calo petrolio, che potrebbe determinare un abbattimento dei costi dei carburanti di tipo tradizionale, come Gpl e gasolio, rimettendo parzialmente in discussione quello che è stato il vero vantaggio del pellet di questi ultimi anni, ossia la maggiore competitività economica rispetto alle fonti fossili per il riscaldamento domestico.
Condividi
Tag
L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
Ultimi articoli
Più letti della settimana
- Come scegliere una stufa a pellet : Consumi, costi e dati tecnici sono i parametri riportati sull’etichetta dell’apparecchio e le caratteristiche della stan...
- NovaSomor vince la prima edizione del Klimahouse Startup Award : La startup di Rimini ha ideato un motore solare termodinamico a bassa temperatura applicato al sollevamento delle acque...
- Tutti gli studi : ...
- Amianto, quando la minaccia si nasconde in casa : Chi chiamare se sospettiamo di avere manufatti o coperture in cemento-amianto a casa nostra...
- Pellet di qualità, istruzioni per l’acquisto : Quali sono i parametri utili per il consumatore all’acquisto del pellet? Qualità, innanzitutto, ma anche la lettura dell...
Commenti
È stato inserito 1 commento.