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Le rinnovabili valgono quasi il 35% della domanda elettrica nazionale

Il rapporto semestrale di Terna evidenzia la crescita di idroelettrico e fotovoltaico. In difficoltà eolico e termoelettrico

Scritto da il 09 luglio 2014 alle 8:00 | 0 commenti

Le rinnovabili valgono quasi il 35% della domanda elettrica nazionale

Le energie rinnovabili sono sempre più importanti per il fabbisogno elettrico nazionale. È quanto evidenzia il consueto rapporto del gestore della rete elettrica nazionale, Terna, che ha fatto il punto sui risultati dei primi 6 mesi del 2014. Il contesto, occorre premetterlo, è quello di una domanda elettrica ancora declinante per via della crisi economica, tanto che nei primi sei mesi del 2014, la richiesta risulta variata di un -3,0 % rispetto allo stesso periodo del 2013.

In questo quadro, però, le rinnovabili sono sempre più importanti: prendendo in considerazione l’intera domanda elettrica nazionale, che è soddisfatta per una quota importante (14,5%) dalla produzione estera, si scopre che le rinnovabili italiane, con i loro 53.068 Gwh complessivamente prodotti nel primo semestre 2014, hanno assicurato il 34,7% dell’intero fabbisogno. Nel primo semestre del 2013 ci si era fermati a 49706 GWh generati, che valevano il  31,5% della domanda nazionale. Più nel dettaglio, la fonte di energia verde più importante resta quella storica, ossia l’idroelettrico, che copre il 19,8% della domanda elettrica nazionale, con una produzione in crescita dell’11,1% rispetto al primo semestre 2013 (probabilmente per effetto delle più abbondanti precipitazioni).

Al secondo posto c’è il fotovoltaico, che nei primi 6 mesi dell’anno – in buona parte invernali e freddi – è stato capace di garantire il 7,7% della domanda elettrica nazionale, grazie a una generazione di 11.781 GWh (+8,6% sullo stesso periodo del 2013). In calo dell’8,1% è invece l’eolico, che comunque assicura un buon 5,4% della domanda. Vale invece 2722 GWh generati il geotermico, in buona crescita rispetto allo scorso anno (+4,7%). Ancora in crisi, invece, il termoelettrico, ossia la produzione di energia a partire da fonti fossili, che mette a segno un – 10,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Quello che questi numeri complicati raccontano è, insomma, che le rinnovabili appaiano lanciate verso il raggiungimento di quota 40% del fabbisogno nazionale, nonostante tutte le polemiche di questi giorni sullo spalma incentivi. Già oggi, è bene ricordarlo, l’Italia è ben oltre il raggiungimento del suo target per le rinnovabili elettriche al 2020, fissato al 28%.


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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