Le prospettive delle biomasse da scarti alimentari
Il settore sta crescendo soprattutto per gli interessanti ritorni economici, che si sposano con l'attenzione all'ambiente
Photo: oakridgelabnews
All’interno della filiera per il recupero e il riutilizzo della biomasse, le aziende dell’industria alimentare stanno acquisendo un ruolo sempre più importante. Questo perché stanno iniziando a rendersi conto che poter sfruttare gli scarti buoni della produzione alimentare comporta un ritorno economico. E c’è anche un significativo ritorno per l’ambiente: utilizzare gli scarti per produrre energia significa ridurre gli sprechi e ottimizzare le risorse disponibili.
Dalla discarica al ciclo industriale
Oggi i sottoprodotti sono sempre meno considerati rifiuti dal momento che trovano diverse possibilità di utilizzo all’interno di molteplici settori, non ultimo appunto quello della produzione delle energie rinnovabili. L’erronea classificazione dei sottoprodotti – anche alimentari – come rifiuti, ha ostacolato in passato un corretto riutilizzo e reimpiego di questi, ha comportato la necessità di un loro smaltimento nelle discariche aumentando l’impatto ambientale correlato, e ha costretto a cercare costosi materiali alternativi.
La destinazione delle biomasse a scopi energetici rappresenta un ambito molto promettente di impiego dei sottoprodotti dell’industria alimentare, abilitando, se inserita in un contesto efficiente di filiera, benefici di tipo ambientale e socio economici. Il recupero energetico di questi materiali, oltre a ridurre i problemi di impatto ambientale derivante dal loro smaltimento e a evitare il non corretto utilizzo degli stessi, offre anche il vantaggio di poter ricorrere a fonti alternative di approvvigionamento energetico. In tale modo è possibile ridurre la nostra dipendenza energetica dall’estero per le fonti combustibili fossili. Sono già molte le aziende che hanno adottato questo approccio e scelgono di “far tornare” i loro sottoprodotti – non compatibili con l’alimentazione animale – all’ambiente attraverso il mondo vegetale (grazie a un processo di digestione anaerobica) e non più dallo stomaco degli animali, dal momento che spesso vengono impiegati nell’alimentazione degli animali cioè nella produzione di mangimi.
Come avviene il cambiamento
Questo è possibile innanzitutto sensibilizzando le aziende alimentari sui benefici (economici e ambientali) che le biomasse dai buoni scarti possono comportare. E quindi creando degli accordi, all’interno della filiera, per il ritiro di questi sottoprodotti che vengono inserti nel processo delle gestione delle biomasse. Una volta trattati, da una parte viene prodotta energia elettrica e termica, dall’altra si ottiene un fertilizzante particolarmente adatto a biorimediare i terrreni aridi usati per coltivazioni intensive. Ma c’è un altro aspetto, da non sottovalutare. Le industrie alimentari sono sempre più interessate alla corretta gestione delle risorse e alla tutela dell’ambiente dal momento che in tal modo possono poter contare su un approvvigionamento sicuro dal punto di vista igienico-sanitario. Se infatti sono in grado di garantire un processo corretto di utilizzo dei sottoprodotti, possono essere certe di quanto risulterà da questo, ovvero un fertilizzante che a sua volta andrà a migliorare i terreni su cui verranno prodotti alimenti vegetali per l’uomo e su cui verranno coltivati foraggi e cereali per gli animali da cui ricavare uova, latte e carne di qualità, andando conseguentemente a toccare tutta la catena agroalimentare. Questo aspetto è fondamentale perché il processo raggiunge il consumatore, che è sempre più attento alla qualità e alla sicurezza alimentare dei prodotti che acquista e utilizza. Oggi infatti le persone dimostrano una crescente attenzione per questi aspetti, alimentando lo sviluppo di una domanda di prodotti garantiti e tracciati.
Il ruolo dell’informazione
E’ quindi aperta la strada per il potenziamento dell’utilizzo degli scarti buoni dell’industria alimentare per la produzione di energia verde. Le premesse ci sono ma occorre dare un impulso maggiore a queste dinamiche, attraverso un’informazione corretta per coinvolgere le aziende alimentari, facendo leva per esempio sulle associazioni di categoria, e una più precisa normativa a riguardo poiché attualmente la legislazione non è ancora chiara su questo tema specifico.
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L'autore
Antonio Bertolotto
Antonio Bertolotto è il fondatore di Marcopolo Engineering. Nella sua attività si dedica alla costruzione e gestione di impianti di valorizzazione dei rifiuti con produzione di energia e fertilizzanti, fino a inaugurare nel 2010 il primo impianto al mondo di valorizzazione delle biomasse zootecniche di filiera a ciclo chiuso a Vignolo (Cuneo).
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