Analisi
Le caldaie sul mercato
Il mercato delle caldaie dopo la flessione del 2013-2014 è in ripresa, l'export regge a dimostrazione della qualità del prodotto italiano. Un'indagine Cerved
Caldaie. Un mercato per anni stabile, ma che ora, grazie all’innovazione in materia di efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale si sta muovendo. Ma è un panorama, come tutto ciò che è connesso all’edilizia, che in Italia è variegato sia sotto al profilo geografico, sia dal punto di vista della proprietà immobiliare. Caratteristiche queste che si proiettano anche sul segmento delle caldaie. Il Cerved, di recente, ha fotografato questo mercato e ne sono emersi fatti interessanti che sono stati presentati durante il workshop di Anica a MCE ”Le prospettive per il mercato delle caldaie a condensazione”.
Oggi il mercato riguarda l’installazione e la vendita di caldaie a condensazione, poiché in Italia vige dal 2015 l’obbligo d’installazione di questa tipologia di apparati, per favorire l’efficienza energetica, la limitazione delle emissioni climalteranti e l’osservanza di una serie di direttive europee come la EU 2005/32/CE chiamata anche più semplicemente “EcoDesign“.
Il settore delle caldaie a livello industriale è mediamente concentrato e per ottenere le economie di scala necessarie per stare sul mercato è bisogna superare barriere che sono strutturalmente elevate, quali indispensabili e consistenti investimenti in R&S, le iniziative rivolte al segmento della vendita e non ultima la necessità di mantenere una efficiente rete di assistenza tecnica.
Anche per questo motivo il mercato europeo è dominato da grandi gruppi internazionali che operano con più marchi; ai quali s’affiancano un numero limitato di medi operatori e di componentisti. In questo quadro la propensione all’export degli operatori italiani è elevata e nel 2015 ha superato il 56%, con un saldo commerciale che è positivo e in recupero nel biennio 2015-2016.
«Si tratta di un mercato che sta cambiando in maniera radicale, a una velocità sempre maggiore, sia per la novità tecnologiche, sia per la mutazione delle società, europee e italiana. – ha detto David Herzog Presidente di Anica, Associazione Nazionale Industrie Caldaie Acciaio, commentando la ricerca – La sfida delle aziende è oggi nella capacità di seguire questi flussi e non in quella di opporvisi per conservare quote di mercato sul breve periodo, anche perché si tratta di fenomeni nuovi e di dimensioni troppo grandi per opporvisi, come per esempio la necessità d’efficienza energetica di fronte a cambiamenti climatici. Ciò che dobbiamo fare, come imprese, è accompagnare con nuove soluzioni tutti questi processi».
Il mercato interno delle caldaie nel2015 havisto un’inversione di tendenza, dopo la vistosa diminuzione del periodo 2013-2014, con un più 3,8% sul mercato interno e un più 2,7% sulla produzione, mentre è in lieve aumento anche il saldo commerciale dell’estero, con un differenziale tra export e import, sempre e comunque molto importante, cosa che dimostra come il prodotto nostrano stia tenendo. E ciò significa che efficienza energetica, innovazione e qualità del prodotto erano, sono e rimangono il “paletto” che impone le caldaie italiane anche su mercati competitivi come quelli globali.
Per quanto riguarda il mercato interno le prospettive sul medio-lungo periodo sono buone. E ciò deriva anche dal parco macchine esistente. In Italia il parco caldaie è di oltre 19 milioni di unità installate, tra sistemi autonomi e centralizzati, composti per gran parte da apparecchi di età avanzata – ossia di caldaie tradizionali per l’85% – con rendimenti piuttosto ed elevati consumi ed emissioni. Nei prossimi anni, quindi queste macchine obsolete giungeranno a fine vita e dovranno essere sostituite, per legge, da più moderne ed efficienti caldaie a condensazione che oggi sono solo il 15-30%. La classica operazione win-win nella quale vincono tutti, o meglio quasi tutti. Vincono le aziende che avranno un mercato basato su prodotti innovativi,vincono i cittadini che avranno bollette energetiche più basse, vince l’ambiente perché avremo emissioni più basse. Unici a perdere, forse i venditori di carburanti. Ma anche per loro la storia potrebbe essere diversa. E Anica ha affrontato anche questa questione in un altro workshop che sarà oggetto di un nostro articolo nei prossimi giorni.
Condividi
Tag
L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
Ultimi articoli
Più letti della settimana
- Come scegliere una stufa a pellet : Consumi, costi e dati tecnici sono i parametri riportati sull’etichetta dell’apparecchio e le caratteristiche della stan...
- NovaSomor vince la prima edizione del Klimahouse Startup Award : La startup di Rimini ha ideato un motore solare termodinamico a bassa temperatura applicato al sollevamento delle acque...
- Tutti gli studi : ...
- Amianto, quando la minaccia si nasconde in casa : Chi chiamare se sospettiamo di avere manufatti o coperture in cemento-amianto a casa nostra...
- Pellet di qualità, istruzioni per l’acquisto : Quali sono i parametri utili per il consumatore all’acquisto del pellet? Qualità, innanzitutto, ma anche la lettura dell...
Commenti
È stato inserito 1 commento.