sviluppo mobilità sostenibile
La lunga salita dell’auto elettrica
La penetrazione dell' auto elettrica è ancora in salita. Anche nelle flotte aziendali dove questi mezzi stentano ad affermarsi
È ancora lunga la strada dell’auto elettrica in Italia. Prova di ciò è la ricerca “Le flotte aziendali verso una svolta elettrica; ancora lontana” che è stata promossa da Top Thousand, l’Osservatorio sulla mobilità aziendale composto da Fleet e Mobility Manager di grandi aziende, in collaborazione con Sumo Publishing e con il patrocinio di Cei Cives – Commissione Italiana Veicoli Elettrici Stradali a Batteria, Ibridi e a Celle a Combustibili. La ricerca si è occupata delle flotte aziendali analizzando una flotta campione di 60 grandi aziende appartenenti a diversi settori (energia, grande distribuzione, enti pubblici, commercio, trasporti, ), con oltre 52mila veicoli aziendali complessivi, focalizzandosi sull’attuale e potenziale futuro impatto della mobilità elettrica sui parchi auto di medie e grandi imprese.
Nonostante i numerosi investimenti sui veicoli elettrici (Ev) e le presentazioni nel corso dei principali saloni automobilistici, l’elettrico in Italia è una nicchia con 1.287 veicoli immatricolati nei primi 9 mesi del 2016 e nel quale le flotte aziendali, e il noleggio in particolare, rivestono un ruolo da protagonista, con 692 veicoli immatricolati nei primi 9 mesi del 2016, il 54% del totale).
«Sono ancora diversi gli step da compiere per vedere crescere significativamente il numero dei veicoli elettrici nelle flotte aziendali – commenta Riccardo Vitelli, presidente di Top Thousand – C’è bisogno che tutti gli attori facciano la propria parte: le case auto attraverso il lancio di un maggior numero di modelli a prezzi più contenuti e che permettano percorrenze più rilevanti, le istituzioni, attraverso l’ampliamento dell’attuale rete di rifornimento su tutto il territorio nazionale, gli operatori di noleggio con canoni più sostenibili; non ultimo, i mobility manager dovranno prevedere car policy più premianti per i driver che scelgono questa opzione».
Su questo scenario pesano la limitata durata delle batterie, i costi elevati per l’acquisto e dei canoni di noleggio, i tempi di ricarica ancora non in linea con le esigenze aziendali e, non ultimo, le car policy delle stesse imprese che non premiano le scelte circa la mobilità sostenibile. Oltre a ciò dall’analisi emergono perplessità sul rapporto costi/benefici. I prezzi di questi veicoli, infatti, sono alti, così come i canoni di noleggio, senza contare che chi predilige una vettura elettrica si confronta con una ridotta gamma di modelli e versioni, con una conseguente limitazione degli optional rispetto ai veicoli tradizionali.
Oltre a ciò mancano anche gli accordi con le utility. Delle aziende che hanno dichiarato di avere veicoli elettrici in flotta, solo il 23% ha stretto accordi con le utility dell’energia. La maggior parte si affida solo alla rete pubblica dei punti di ricarica (complessivo 63%, di cui il 18% dichiara di lavorare a un accordo) oppure si è attrezzata per la produzione di energia fotovoltaica (9%), per rendersi indipendente; una quota ridotta, il 5%, può contare su colonnine installate direttamente dalla società di noleggio.
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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