Fonti pulite
In Italia le rinnovabili sono nel 100% dei Comuni
Secondo il rapporto annuale di Legambiente, tutti i municipi italiani ospitano almeno un impianto da fonti pulite
In Italia non c’è più luogo dove non siano presenti le energie rinnovabili che, secondo il rapporto Comuni Rinnovabili 2014 di Legambiente, sono ormai presenti in tutti gli 8.054 comuni italiani. Nel 2013, infatti, è aumentata la diffusione per tutte le fonti – dal solare fotovoltaico a quello termico, dall’idroelettrico alla geotermia, agli impianti a biomasse e biogas integrati con reti di teleriscaldamento e pompe di calore – , tanto che ormai sono più di 700mila gli impianti in funzione, diffusi nel 100% dei Comuni d’Italia. La crescita delle fonti pulite nella Penisola è stata costante: i Comuni dove si trova almeno un impianto erano 7.937 nel 2013, ma appena 356 nel 2006.
Buona parte di questa diffusione così capillare è merito del solare che, infatti, è presente in tutti i municipi italiani; spetta a Casaletto di Sopra (Cremona) e a Seneghe (Oristano) il record di impianti per abitante, rispettivamente per il fotovoltaico e per il solare termico. Ma rinnovabili non vuole dire soltanto solare: i Comuni dell’eolico sono 628, quelli del mini idroelettrico 1.123, 372 quelli della geotermia e 1529 quelli delle bioenergie. In questo panorama esistono alcune punte di vera eccellenza. Sono infatti 2629 i Comuni in Italia autonomi rispetto ai consumi elettrici e 79 rispetto a quelli termici delle famiglie, proprio grazie alla produzione da fonti rinnovabili. Il rapporto di Legambiente, in particolare, mette in luce l’esistenza di 29 Comuni al 100% rinnovabili, sia per i consumi elettrici che termici. In queste realtà, un mix di impianti diversi da rinnovabili e impianti a biomasse allacciati a reti di teleriscaldamento coprono interamente (e superano) i fabbisogni elettrici e termici dei cittadini residenti.
Proprio a un caso di questo tipo è stato assegnato il premio Comuni Rinnovabili 2014 : si tratta di un gruppo di 8 Comuni delle Valli di Primiero e Vanoi, in Provincia di Trento, un territorio con oltre 10 mila abitanti di cui fanno parte Canal di San Bovo, Fiera di Primiero, Imèr, Mezzano, Sagron Mis, Siror, Tonadico e Transacqua. Questa unione informale di Comuni, denominata “Il Primiero”, attraverso un mix di 5 tecnologie diverse soddisfa l’intero fabbisogno termico e elettrico dei Comuni. Attraverso due reti di teleriscaldamento (lunghe 45 km) e una rete elettrica di proprietà pubblica, la società municipalizzata ACSM distribuisce alle utenze l’energia prodotta da impianti di varie taglie idroelettrici (145 MW) e fotovoltaici (4 MW) per la parte elettrica, da impianti solari (con 996 mq di pannelli), e da biomassa (22 MW) per la parte termica .
I passi avanti rispetto al recente passato sono dunque innegabili ma, secondo Legambiente, un ulteriore sviluppo delle rinnovabili su tutto il territorio nazionale è ancora possibile: “A Governo e Autorità per l’energia chiediamo di aprire la strada all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili – spiega Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente - . Oggi è infatti possibile ridurre significativamente la spesa energetica di famiglie e imprese, attraverso impianti da fonti rinnovabili e efficienti che utilizzano in modo innovativo le reti elettriche e di teleriscaldamento. Nei Comuni rinnovabili che raccontiamo nel rapporto, da Primiero a Prato allo Stelvio, sono cooperative e aziende locali a gestire le reti energetiche e gli impianti, vendendo l’energia agli utenti, con risultati significativi nelle bollette. È questa direzione di cambiamento che occorre rendere possibile in tutta Italia”.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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