Il solare siciliano ha raggiunto la grid parity

In Sicilia l’energia solare potrebbe presto fare a meno degli incentivi: la notizia è stata rilanciata nei giorni scorsi dall’associazione di categoria Anie-Gifi, ed è destinata a riaccendere il dibattito sul’incentivazione e sulla grid parity.

Il fotovoltaico, infatti, così come la gran parte delle energie rinnovabili, è una tecnologia nuova e sostanzialmente giovane e, dunque, presenta ancora oggi un costo di produzione per kWh superiore a quello delle fonti convenzionali.

I sistemi di incentivazione in vigore nell’ultimo quinquennio hanno più che colmato questo gap, convincendo migliaia di famiglie e aziende a investire sul solare. Gli incentivi però, hanno un costo a carico della collettività e, inoltre, dovrebbero comunque terminare entro pochi anni.

In effetti, l’obiettivo originario del sistema sostegno statale di ottenere un drastico abbattimento del costo di generazione del fotovoltaico è stato sostanzialmente raggiunto, anche se più per via della politica di prezzi stracciati messa in atto dalle grande industrie cinesi che non per spettacolari evoluzioni tecnologiche messe in cantiere nel nostro Paese.

La grid parity siciliana è così oggi una realtà, come ha spiegato Valerio Natalizia, presidente Anie/Gifi: «Nonostante le carenze infrastrutturali e il costo elevato dell’energia – dichiara – la Sicilia rappresenta un territorio dove già oggi sarebbe possibile pianificare un progetto fotovoltaico senza gli incentivi. Possibilità che è ancora ostacolata da barriere di natura regolatoria, autorizzativa e finanziaria che hanno un impatto non trascurabile sui tempi di ritorno e sulla bancabilità del progetto».

Infatti, attualmente,  i numeri di impianti e di potenza dell’Isola sono nettamente inferiori a quelle di regioni dal minore irraggiamento come Lombardia e Veneto. Ma la prossima fine degli incentivi e l’avvento della grid parity sono destinati a cambiare irreversibilmente questo (bizzarro) stato di cose.