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Il Governo vara l’Agenda verde
Il Consiglio dei ministri ha adottato un nutrito pacchetto di provvedimenti ambientali collegati alla legge di stabilità. Salta lo stop di un anno agli inceneritori
Il Consiglio dei ministri ha approvato venerdì mattina il “Collegato ambientale alla legge di stabilità”, un pacchetto di norme a 360 gradi su ambiente e green economy per lo sviluppo sostenibile del Paese, ritenuto la vera e propria ‘Agenda Verde’ del Governo.
Dentro al provvedimento, composto da una trentina articoli, c’è spazio per la protezione della natura, la difesa del suolo, la valutazione di impatto ambientale, gli acquisti e appalti ‘verdi’, la gestione dei rifiuti, il servizio idrico. Il punto destinato a far più discutere è, probabilmente, la mancata moratoria di un anno per la costruzione di nuovi inceneritori, che il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, avrebbe voluto inserire.
Più semplicemente, al dicastero ambientale è stato attribuito il compito di individuare la “rete nazionale e integrata ed adeguata di impianti di incenerimento dei rifiuti”, in modo da disporre in pochi mesi di un quadro chiaro a livello nazionale degli impianti esistenti, di quelli in fase di realizzazione e del fabbisogno residuo. Questo quadro di pianificazione dovrebbe servire a superare le forti disomogeneità territoriali presenti a livello nazionale, completando la rete di impianti senza rischiare fenomeni di eccesso di offerta, come quelli che si registrano attualmente nel nord Europa.
Altro punto cardine del provvedimento, nell’ottica di una maggiore semplificazione, è l’unificazione delle Commissioni Via e Aia. Una delle novità più importanti del collegato è rappresentata dall’introduzione, per la prima volta nella legislazione italiana, di incentivi e meccanismi di sostegno al “mercato dei materiali e dei prodotti riciclati”. L’obiettivo è sostenere l’acquisto di prodotti realizzati con materia derivata dalle raccolte differenziate post consumo, in modo da promuovere il recupero, riciclo e il riutilizzo oltre al recupero energetico, per il quale esistono già numerose forme di incentivo (certificati verdi e bianchi, ecobonus per le ristrutturazioni).
Sempre in tema di smaltimento dei rifiuti, l’articolo 15 del Collegato stabilisce la previsione di raggiungere di un tasso di raccolta differenziata nazionale pari al 65% alla fine dell’anno 2020, che attualmente, invece, si attesta al 39,9%. “ Questo provvedimento si rende necessario per adeguare il dato normativo al dato reale e per evitare che i Comuni incorrano nelle sanzioni correlate al mancato raggiungimento di tali obiettivi negli attuali termini di legge. Tale modifica si rende necessaria anche alla luce dei recenti dati sulla raccolta differenziata dai quali si evince che gli obiettivi previsti dalla normativa vigente non sono stati perseguiti a livello omogeneo sul territorio nazionale”, si legge nel Collegato.
Per i parchi nazionali (art.2) cambia la procedura per la nomina dei direttori dei parchi nazionali, lasciando al ministro solo quella sul presidente. Tra le misure ‘verdi’ del pacchetto c’è anche il finanziamento degli interventi di demolizione di immobili abusivi realizzati in aree ad elevato rischio idrogeologico (art.24) e la costituzione di un Fondo di garanzia per il servizio idrico nazionale (art.25) per rilanciare gli investimenti, soprattutto per acquedotti e depurazione.
Importante, infine, è l’istituzione del Comitato per il capitale naturale, con l’obiettivo di integrare i costi ambientali nel processo di preparazione del Documento di economia e finanza (Def) e degli altri atti di governo in materia di programmazione finanziaria e di bilancio. In pratica il Comitato fornirà al Governo gli strumenti utili per la migliore comprensione degli effetti dello stato delle risorse naturali e dell’ambiente, sulla performance economica del Paese e sul benessere degli individui, individuando le conseguenze economiche e sociali derivanti dalla mancata prevenzione degli impatti e dei danni ambientali delle attività produttive.
Il testo del Collegato, per il momento, non sembra convincere del tutto la platea ambientalista: Legambiente ha parlato di passo in avanti, ma ha anche contestato diversi punti del provvedimento.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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Pier Luigi Caffese
scrive il 19 novembre 2013 alle ore 14:34
Questa non è una agenda verde ma una agenda nera fossile con una spruzzatina timida di macchie verde per dire sostenibile ma non c'è niente di sviluppo duraturo perchè è l'ultimo argomento di cui si interessano i politici.L'ambiente è un pretesto per inutiii appalti.Bob c'è niente sul piano acqua energia,niente su stoccaggi acqua che levano la variabiltà alle rinnovabili,niente sul syngas rinnovabile da mettere in rete gas,niente sui biofuel se non credere all'etanolo valido per plastiche ma con come fuel.Siamo 20 anni indietro la Germania in energia ed anche i ciechi lo vedono.Poi crediamo in falsi miti e false sirene come lo shale gas,l'hub med e castronate simili ma di smart communities e smart factory da innestare su modello decentrato e non piramidale.Io progetto energia acqua a 20 euro il MWh,i fossili sono sul gas a 100 euro a MWh.ecco lo spread energetico e qualcuno al Governo crede nei falsi miti.