Green Economy
I Paesi dove volano le rinnovabili
In tutto il mondo le fonti energetiche alternative rappresentano una forte leva per attrarre investimenti. Ecco gli esempi più significativi
Photo: mrsdkrebs
Le rinnovabili continuano a essere un volano importante per gli investimenti nel mercato mondiale. In ogni parte del globo, infatti, giungono segnali in questo senso che comprovano interesse tangibile per solare, eolico & C.
Secondo un rapporto dell’Unep (United Nations Environment Programme), pubblicato a giugno, gli investimenti mondiali per le energie rinnovabili nel 2011 hanno raggiunto il valore di 257 miliardi di dollari con una crescita del 17% rispetto al 2010.
Tra i principali Paesi che hanno investito nelle energie verdi, la Cina è prima con 5,1 miliardi di dollari), seguita da Usa (4,8 miliardi), Germania (3,1 miliardi), Italia (2,9 miliardi) e India (1,2 miliardi). Ma sono molti gli Stati che dimostrano attenzione, per il 2012 e per il prossimo futuro alle fonti alternative a quelle fossili. Vediamo quelli più interessanti.
Asia: Cina e Giappone sempre più “verdi”
La Cina dimostra, come detto, la sua supremazia. Secondo quanto riportato dall’Istituto italiano per il commercio estero (Ice) quello cinese è diventato il maggiore Paese investitore al mondo in fonti di energia rinnovabili.
I finanziamenti stanziati dalla Repubblica popolare sono di circa 47,31 miliardi di dollari nel 2010, mentre fra il 2011 e il 2015 gli investimenti previsti in industrie legate al settore della protezione ambientale dovrebbero ammontare a 473,1 miliardi di dollari.
Tra l’altro, secondo un rapporto del Worldwatch Institute, entro il 2012 punta a trarre il 15% del fabbisogno energetico proprio dalle fonti alternative. Il Paese si è impegnato con un piano che prevede dal 2011 al 2020 di dedicare fondi e attenzione a rinnovabili ed efficienza energetica.
Sempre in Asia è da segnalare il crescente interesse per le energie pulite dimostrato dal Giappone: in piena ricostruzione dopo il terremoto dello scorso anno e il parziale ripensamento della propria strategia energetica basata soprattutto sul nucleare, il Paese del Sol Levante ha virato decisamente proprio… sul Sole.
Infatti, se nel rapporto Unep quello nipponico è il sesto Paese al mondo per investimenti secondo le previsioni di Bloomberg New Energy Finance è pronto a sorpassare la Germania e l’Italia e a diventare il secondo più grande mercato per l’energia solare al mondo, anche a seguito dell’entrata in vigore delle tariffe pro rinnovabili dal 1 luglio.
America: il caso di Brasile e Messico
Il continente americano si dimostra molto propositivo nel settore. Il Brasile si è fatto notare in queste settimane per la decisione di investire in dieci anni l’equivalente di 450 miliardi di euro nello sviluppo del comparto energetico e, di questi, circa 200 miliardi finanzieranno progetti di energie rinnovabili.
Quello brasiliano è divenuto molto attraente per i biocarburanti, come dimostra anche la decisione del gruppo italiano Mossi & Ghisolfi di realizzare qui il primo impianto per la produzione di biocarburanti di seconda generazione.
In Centramerica è il Messico a essere il mercato più attrattivo per gli investimenti in rinnovabili: come segnala sempre Ice, attualmente la capacità installata di energia eolica è pari a 1.053 MW e se ne prevede il raddoppio entro il 2014. A investire nel Paese sono gruppi internazionali del settore come Acciona, EDF, Gamesa, Iberdrola e, recentemente anche Enel Green Power che qui ha appena inaugurato il suo primo parco eolico.
Ed è proprio l’energia dal vento che muove l’interesse delle grandi imprese: “la crescita dei parchi eolici è facilitata da generosi meccanismi di aiuto pubblico, da una crescente domanda di economia sostenibile e dalla necessità di fissare le tariffe elettriche con contratti pluriennali che blocchino le oscillazioni dei prezzi determinate dagli idrocarburi. Nei prossimi 10 anni sono previsti investimenti complessivi nel paese pari a 20 miliardi di dollari secondo la Amde, associazione per l’ energia eolica”, fa sapere Ice.
Europa: il boom in Romania e il mercato-chiave in Turchia
Concludiamo la carrellata con il nostro continente, in cui ai mercati consolidati come Germania e Italia si mostrano sempre più interessanti alcuni Paesi dell’Est.
Tra questi la Romania è quella su cui sono concentrati gli interessi degli addetti ai lavori: sempre da quanto riportato dall’Istituto per il commercio estero, secondo i dati Transelectrica, l’Ente nazionale di trasporto dell’energia elettrica, sono state rilasciate finora 80 autorizzazioni per la connessione di impianti fotovoltaici alla rete nazionale che totalizzano una capacità di circa 335 MW. Quest’anno sono 26 i progetti in attesa di essere messi in funzione per un totale di 220 milioni di euro di investimenti. Si prevedono a breve termine un volume di investimenti che supererà gli 1,6 miliardi di euro.
La Turchia è un altro mercato decisamente in crescita: definito addirittura “cruciale per l’Europa” per le potenzialità che offre e per le occasioni d’affari per le aziende del settore secondo l’ad di Enel Fulvio Conti, in tema di geotermia ma non solo, testimonia di essere attiva anche nel solare: da alcune fonti locali pare infatti che il governo si stia preparando ad avviare gare per un valore di circa 900 milioni di euro.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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