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I legali commentano il nuovo Conto Energia

Le indiscrezioni che circolano in questi giorni sul V Conto Energia destano preoccupazione per il futuro del mercato. Il commento dei legali

Scritto da il 13 aprile 2012 alle 8:03 | 1 commento

I legali commentano il nuovo Conto Energia

Oltre al necessario equilibrio tra bilancio e necessità di tutelare il valore rappresentato dal segmento industriale del fotovoltaico Italiano, non sono marginali le problematiche tecnico normative che dovrebbero essere affrontate.

“Sicuramente – segnala Guido Galeotti, partner responsabile del dipartimento Energy di Eversheds Bianchini – i meccanismi introdotti per la limitazione del regime di scambio sul posto si tradurranno in una forte limitazione alle tariffe incentivanti. Gli impianti fino a 200kw operanti in regime di scabio sul posto erano classificati piccoli impianti per il IV conto energia e in quanto tali esenti dall’obbligo di iscrizine nel registro GSE e dalla graduatoria per le tariffe, cioè godevano di accesso libero alle tariffe applicabili. Con il V conto energia cade la distinzione tra piccoli e grandi impianti e solo gli impianti fino a 3kw accederanno liberamente alle tariffe. Ogni altro impianto dovrà essere ammesso in graduatoria GSE”.  Con il V Conto Energia si passerà da una tariffa premiale a una omnicomprensiva, “il che dovrebbe implicare l’abbandono dei prezzi minimi garantiti previsti dal ritiro dedicato”.

“Dalla lettura del V conto energia circolate emerge un altro problema relativo al rinnovo degli impianti. Prima del D.lgs. 28/2011 che introduceva alcune norme restrittive – segnala l’avvocato Sparano dello Studio Carnelutti – gli impianti esistenti potevano essere rinnovati aumentandone eventualmente la potenza tramite l’utilizzo di nuovi materiali o nuove tecnologie. Per questi interventi non era richiesta una nuova autorizzazione unica se questi non comportavano variazioni alle dimensioni fisiche degli apparecchi e degli impianti. Il D.Lgs 28/2011 – continua l’avvocato Sparano – introduceva una serie di importanti restrizioni e definiva, per ciascuna tipologia di impianto e di fonte, gli interventi di modifica che dovevano essere assoggettati ad autorizzazione unica”.

“Il V conto energia che è circolata in questi mesi – conclude il socio dello studio Carnelutti –  desta serie perplessità in quanto elimina la possibilità di rinnovo del parco produttivo. La previsione normativa si spinge infatti molto oltre le già restrittive norme introdotte con il D.Lgs. 28/2011 e, nella sua formulazione attuale oltre a disincentivare gli investimenti tesi a migliorare l’efficienza degli impianti esistenti, potrebbe addirittura creare un ostacolo allo sviluppo delle innovazioni tecnologiche nel segmento. La totale esclusione di qualunque possibilità di rinnovo, potrebbe addirittura comportare (in caso di sviluppo di una nuova tecnologia più performante) la sostanziale condanna alla arretratezza del fotovoltaico italiano già installato“.

Le associazioni di settore hanno inoltre indicato alcune previsioni inutilmente disincentivanti collegate all’Articolo 6 delle bozze del decreto. “Il contributo per le spese di istruttoria pari a 5 euro per ogni Kw di potenza nominale dell’impianto – segnala Antonella Sannicandro partner di CBA Studio Legale e Tributario –  da pagarsi per tutti gli impianti di potenza superiore a 3 kW all’atto della richiesta di iscrizione al registro, costituisce un’ulteriore barriera all’accesso alle tariffe che certamente risponde a una logica apprezzabile (disincentivare l’iscrizione in massa di impianti che non hanno titoli perfezionati o idonei), ma che d’altro canto non tutela i titolari di quegli impianti che, pur se papabili, resteranno esclusi a causa del raggiungimento dei cap di spesa.  Infatti, non vi è alcuna previsione circa la restituzione dei suddetti importi anche laddove l’impianto non dovesse rientrare nei volumi incentivabili”. Si attende ora di vedere nei fatti come il parlamento saprà eventualmente recepire le istanze del settore.


Commenti

È stato inserito 1 commento.

  • ALBERTO ROSSI
    scrive il 13 aprile 2012 alle ore 09:30

    Salve e grazie per quanto avete rilevato. Questi, o sono paletti messi appositamente per frenare, o sono degli specchietti da togliere nella trattativa finale facendoci intendere che così facendo tutto vada a posto....? Il comportamento e l'irrazionalità delle scelte, in questa bozza di decreto, certificano la pochezza cerebrale degli intenti, tendente solo a far naufragare un settore, in particolare mi riferisco alle piccole e medie aziende, che al contrario di altri stanno sviluppando portando dei benefici al nostro paese non indifferenti, purtroppo per loro, per le lobby che ci governano, altri sono gli interessi e ne è prova che nessuno parla che sulla bolletta Enel ci sono, carichi che non gli competono come, il nucleare, i trasporti, qualche alluvione, aiuti a Enel per la sottoproduzione delle centrali a carbone e cosi via, si riporta esclusivamente il carico degli incentivi che mi risulterebbe comunque autofinanziato in gran parte.

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L'autore

Luigi Dell'Olio

Luigi dell'Olio, giornalista pugliese free-lance, vive a Milano, dove si occupa di temi legati all'economia, alla tecnologia e alle energie rinnovabili.


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