Fotovoltaico: tutto da rifare per gli incentivi
Il nuovo Conto Energia è già vecchio. Il sistema di incentivazione allo sviluppo del fotovoltaico, entrato in vigore con il nuovo anno, sarà rottamato a fine maggio. Al suo posto un nuovo modello i cui contorni sono ancora da definire, ma che certamente ridurrà l’impegno pubblico a sostegno del settore. Sono i principali punti emersi [...]
Il nuovo Conto Energia è già vecchio. Il sistema di incentivazione allo sviluppo del fotovoltaico, entrato in vigore con il nuovo anno, sarà rottamato a fine maggio. Al suo posto un nuovo modello i cui contorni sono ancora da definire, ma che certamente ridurrà l’impegno pubblico a sostegno del settore. Sono i principali punti emersi dal decreto Romani approvato questa mattina dal Consiglio dei Ministri.
Stop scongiurato, per ora
Il dato positivo, visto dagli occhi degli ambientalisti e dagli operatori di mercato, è lo stralcio del tetto al finanziamento pubblico per il fotovoltaico agli 8mila MW: un traguardo talmente vicino da far temere il blocco totale del settore. Tuttavia, proprio la mancanza di ulteriori indicazioni sulle strategie future lascia presagire un taglio drastico agli incentivi. Così come l’assegnazione della materia al ministero dello Sviluppo, anziché a quello dell’Ambiente.
Una lunga querelle
Questo lascia intatta le posizioni tra i due schieramenti: da una parte l’Autorità per l’Energia, che per prima ha sollevato il “problema” dei costi sopportati dai consumatori in bolletta per finanziare lo sviluppo del settore, raccogliendo in tal senso il supporto della Confindustria. Dall’altro gli ambientalisti e le associrazioni di produttori che guardano a questa nuova mossa con grande diffidenza.
Nuova stretta ai grandi impianti
In linea con le più recenti linee-guida adottate dalle Regioni, il decreto attua una stretta sulla realizzazione di impianti su terreni agricoli. Sarà possibile infatti produrre al massimo 1 MW di energia fotovoltaica e utilizzare per gli impianti di produzione non più del 10% del terreno coltivabile.
In cerca di chiarezza
Al di là di tutto, dal nuovo intervento (e dalla ridda di voci che si sono rincorse nei giorni scorsi) emerge ancora una volta l’immagine di un paese che non assicura stabilità normativa al settore delle rinnovabili. Una condizione indispensabile per garantire la crescita sostenibile del mercato e continuare ad attirare investimenti dall’estero.
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L'autore
Luigi Dell'Olio
Luigi dell'Olio, giornalista pugliese free-lance, vive a Milano, dove si occupa di temi legati all'economia, alla tecnologia e alle energie rinnovabili.
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Kim
scrive il 07 marzo 2011 alle ore 12:49
"Problema dei costi supportati in bolletta"?? 1,70 € al mese è un problema?? L'unica cosa positiva di questo decreto (che ancora deve essere sottoscritto da Napolitano) è il limite del megawatt a terra, così si evitano speculazioni e perdite di tempo per tutti. Per il resto è un grande schifo, un piano ben escogitato per tagliare le gambe alle rinnovabili creando incertezza e quindi provocando un'autoimplosione del mercato. W l'Italia.