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Decreto Romani: lettera aperta di Geatecno | Tekneco

Decreto Romani: lettera aperta di Geatecno

L'azienda "made in Puglia", leader nel fotovoltaico, scrive al Governatore Vendola e ai parlamentari pugliesi.

Pubblicato da Tekneco Aziende il 02 marzo 2011 alle 11:46

Egregio Presidente della Regione, On. Nichi Vendola e stimati parlamentari pugliesi, Geatecno, azienda del Sud ‘made in Puglia’ con una ‘storia’ in consulenza, progettazione, realizzazione e manutenzione di impianti solari fotovoltaici, eolici e biomasse chiede la Vs. attenzione affinché il decreto legislativo presentato in queste ore dal ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani in attuazione della direttiva 2009/28/CE sia modificato considerando l’effetto a cascata sul mondo delle medie e piccole imprese del settore a cui offrire una reale opportunità di consolidamento e crescita della filiera nazionale come accaduto in altri paesi dell’Unione Europea, in primis la Germania.
Sembra non vi sia intenzione da parte del Ministero di sviluppare e sostenere le fonti rinnovabili, come richiesto dalla normativa europea. Si teme che tale impostazione sia data dall’aver recepito gli obiettivi comunitari come soglie invalicabili e non come punti di arrivo da superare in una logica di espansione del settore. Il che contravviene lo spirito della Direttiva e della recente Raccomandazione della Commissione Europea che ogni sviluppo del settore sia effettuato guardando al rapporto costi-benefici.

Quali le motivazioni:

  1. Se approvato, il decreto sospenderebbe gli incentivi una volta raggiunto il tetto degli 8.000 MWp (la sola Germania prevede una quota sei volte superiore) e ciò potrebbe verificarsi già entro l’estate perché tra impianti collegati e in via di collegamento si è a circa 7 GWp). La prima conseguenza sarebbe il blocco immediato dei finanziamenti dalle  banche per nuovi impianti perché i tempi di concessione sono sempre lunghi e incerti e pertanto non si può essere sicuri di rientrare negli ultimi 1.000 MWp disponibili. Inoltre, nell’immediato futuro, non è dato sapere a quale tipo di regime incentivante gli impianti fotovoltaici potrebbero essere sottoposti. Il vero obiettivo della norma non è un  sostegno di respiro, come ci saremmo aspettati, ma meramente di riduzione immediata e radicale dei costi della bolletta del fotovoltaico, a prescindere dagli effetti devastanti che questo comporta sin da ora sull’imprenditoria e sull’occupazione del fotovoltaico.
  2. L’inevitabile crisi delle aziende del settore e del significativo indotto (componentistica, studi tecnici e legali, imprese edili, trasporti, agenzie di comunicazione e molto altro) comporterà rinunciare a un fatturato totale di circa 40 miliardi di Euro che nel 2010 ha contribuito al PIL nazionale per oltre il 2%. Se non ci fosse stato il Conto Energia, ipotesi ora futuribile per il 2014 con l’approvazione del decreto Romani, molte aziende avrebbero chiuso e mandato a casa migliaia di persone che avrebbero inciso per miliardi di euro sulle casse statali come cassa integrati.
  3. Con gli 8.000 MWp del primo obiettivo, ormai prossimo al raggiungimento, le tasse pagate dagli operatori del settore (sugli utili e sul personale) ammonteranno a circa 2 miliardi di euro, mentre le tasse pagate dai soggetti responsabili degli impianti ammonteranno a circa ulteriori 0,5 miliardi di euro a fronte di costi in bolletta di circa 3,7 miliardi. Un bilancio reso ulteriormente positivo se si considerano le multe evitate dalla Commissione Europea per le minori emissioni di anidride carbonica.
  4. Il fotovoltaico ha raggiunto in poco più di 2 anni una quota del fabbisogno di energia elettrica nazionale pari a circa il 3%: nessun altra tecnologia energetica è in grado di raggiungere simili obiettivi in così breve tempo e con così ampio consenso popolare. Inoltre produce nei pressi del punto di consumo, riducendo le perdite di trasporto dell’energia elettrica che nel 2009 hanno coperto il 10% circa della produzione di elettricità nazionale.

In prospettiva i costi saranno minori (in bolletta di circa 28 Euro/anno a famiglia, ma il costo reale sarà meno di 10 Euro/anno grazie agli introiti a favore dello Stato) influenzati dalle graduali riduzioni delle tariffe incentivanti per i nuovi impianti, al consolidamento del settore industriale italiano e al possibile sviluppo all’estero, se si garantirà la continuità del quadro normativo attuale, delle nostre aziende, molte delle quali sono già leader a livello internazionale.
C’è spazio dunque per arrivare ai 20.000 MWp e oltre, garantendo l’8% di copertura del fabbisogno annuale nazionale.
Gli italiani hanno pagato dal 1992 a oggi cifre ben superiori (negli ultimi nove anni si stimano 33 miliardi di euro) per supportare la produzione elettrica da fonti assimilate, spesso inquinanti e che hanno prodotto giganteschi guadagni per pochissimi. Il fotovoltaico attiva un circolo virtuoso che supporta le società che vi operano, ma soprattutto gli attuali 200.000 autoproduttori. Chiediamo a Lei, Presidente, e ai nostri rappresentanti parlamentari di garantire certezza normativa continuando a proteggere le aziende, i lavoratori e le famiglie pugliesi che hanno saputo rendere la Regione un esempio da seguire collocandola ai primi posti nelle classifiche internazionali in quanto a pratiche virtuose.

Giuseppe Bratta
GEATECNO s.r.l.
Ingegneria Energia Ambiente
Modugno (Ba)
Tel. 0809751306



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