Fotovoltaico, previsto un 2011 raggiante
Il mercato italiano è al boom oltre le aspettative, secondo iSuppli. Ma ci sono motivi che spingono alla cautela: speculazioni e regole incomplete
Un 2010 positivo e un 2011 ancor più promettente: è decisamente luminoso il quadro del mercato italiano del settore fotovoltaico dipinto nell’ultimo rapporto redatto da iSuppli, che registra una crescita particolarmente significativa nei tre mesi di chiusura dello scorso anno. Un periodo caratterizzato da una straordinaria progressione – con una potenza installata vicino al GW – che induce la società di ricerca a formulare previsioni molto ottimistiche per l’anno appena iniziato, con una crescita potenziale che potrebbe portare ulteriori quattro GW entro i prossimi dodici mesi. La cautela, tuttavia, è d’obbligo, e per vari motivi.
L’indagine, che è stata condotta interpellando operatori e aziende del settore, evidenzia come il periodo ottobre – dicembre 2010 abbia portato 975 MW di nuova potenza installata, il 100% in più del trimestre precedente e il 239% in più dell’ultimo trimestre dell’anno scorso. Un risultato che – spiega iSuppli – nel 2010 porta ad un installato pari a 1,9 GW (oltre il doppio del 2009, nel quale si era arrivati a 720 MW) e che, stimando una crescita costante, porta ad una proiezione che fa raggiungere 3,9 GW di nuova potenza installata a fine 2011, con una crescita media di 1 GW a trimestre.
Anche i dati rilevati dal GSE registrano una crescita di rilievo. “Tra primo e secondo Conto Energia, al GSE sono pervenute domande di ammissione agli incentivi per oltre 120.000 impianti in esercizio, per una potenza complessiva di circa 2.100 MW” ha spiegato il gestore a fine dicembre, che tuttavia ha espresso previsioni più caute di quelle formulate da iSuppli: considerando le comunicazioni trasmesse dagli operatori e relative agli impianti entrati in esercizio tra novembre e dicembre, di cui ad oggi è possibile offrire solo una stima, la potenza fotovoltaica cumulativa in esercizio in Italia a fine anno con il Conto Energia potrebbe sfiorare i 3 GW, con una nuova potenza nel solo anno 2010 superiore a 1.500 MW.
Alla prudenza del GSE andrebbero aggiunte ulteriori considerazioni che inviterebbero gli addetti ai lavori a moderare l’entusiasmo su prospettive di mercato ancora tutte da concretizzare: come osservato da iSuppli, il settore ha calamitato l’interesse di molti investitori che hanno trainato la crescita registrata nel 2010, ma nessuno può escludere che questo aumento dei volumi spinga il governo italiano a modificare le condizioni previste oggi dal Conto Energia. Nell’indagine si fa cenno inoltre ai possibili rallentamenti derivanti dalle difficoltà di connessione alla rete per gli impianti fotovoltaici realizzati in meridione e alle incognite date dall’attribuzione di maggiori poteri ai governi regionali, in virtù dell’impronta federalista acquisita dalle legislazioni in materia.
La nebulosità normativa che ancora oggi offusca l’impianto regolatorio italiano per quanto riguarda le energie rinnovabili potrebbe rappresentare un fattore critico. Il recepimento delle linee guida sulle autorizzazioni doveva avvenire entro la data del 1 gennaio di quest’anno, ma ad oggi sono poche le regioni che hanno provveduto a mettersi in regola: Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Molise, Puglia e Basilicata si sono impegnate con provvedimenti per fissare nuove regole che, da un lato, snelliranno l’iter che porta alla realizzazione di nuove installazioni e, dall’altro, porranno alcuni vincoli, definiti con particolare riguardo alla tutela del paesaggio e al rispetto alle aree agricole.
Un altro elemento che non giova certo al settore è l’interesse, da parte di molti operatori ad ottenere l’autorizzazione alla realizzazione di impianti in terreni su cui non verrà piantato neppure un chiodo: in questi casi, infatti, l’obiettivo è la speculazione, per rivenderli a prezzo maggiorato ad investitori intenzionati ad installare nuovi impianti, aumentando i costi da sostenere alla base della filiera.
L’auspicio è che una maggiore chiarezza legislativa introduca nuovi limiti a questo fenomeno e, rispondendo a requisiti di rigore e trasparenza, possa portare benefici e possa avvicinarsi al conseguimento degli obiettivo fissati a livello europeo per il 2020. Anche su questo fronte, infatti, l’Italia dovrà rimboccarsi le maniche: da uno studio pubblicato dall’EWEA (European Wind Energy Association) emergono le concrete possibilità, per il Vecchio Continente, di raggiungere e superare entro il prossimo decennio il livello di impiego di energie rinnovabili fissato al 20% del consumo complessivo. Dalle stime diffuse nel rapporto, in particolare, si legge che il nostro Paese nel 2020 produrrà solo il 16,1% dei consumi da fonti rinnovabili, e non sarà nelle condizioni di raggiungere la quota del 17% definita dall’Unione europea.
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L'autore
Dario Bonacina
Tecnico informatico, è collaboratore di alcune aziende industriali e si interessa di Internet e di tecnologia, con riguardo al loro impatto a livello economico e sociale, nonché di comunicazione e telecomunicazioni. E' autore di servizi e articoli per varie testate, emittenti radiofoniche e siti di informazione tecnologica.
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