Politiche comunitarie
Energia: gli ecologisti premono sul Governo Renzi
Le associazioni ecologiste chiedono al nuovo Esecutivo di spingere in Europa per obiettivi più ambiziosi in materia di energia e ambiente
La battaglia per i nuovi obiettivi europei in materia di clima ed energia entra nel vivo. Il prossimo 20-21 marzo, infatti, il Consiglio europeo si riunirà per decidere sui target europei al 2030 in materia di clima ed energia; prima di allora, il 3 e il 4 marzo, sarà la volta dei ministri per l’Ambiente e di quelli con competenze in materia di Energia, anche qui per discutere il futuro dell’Unione nella sfida ai cambiamenti climatici.
Saranno, questi, passaggi decisivi per scegliere in maniera definitiva la strada che la Ue intenderà seguire per trasformare il suo sistema energetico/ambientale. Come abbiamo scritto nelle scorse settimane, il fronte ambientalista è compatto nella critica al documento presentato dalla Commissione europea, accusato di essere inadeguato e debole.
La novità degli scorsi giorni è che un vasto cartello di associazioni - Coordinamento Free (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica), Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club, Comitato Sì alle Energie Rinnovabili No al Nucleare e WWF - hanno investito del problema il nuovo Governo Renzi, chiedendo all’Italia di assumere un ruolo realmente incisivo nella lotta al cambiamento climatico, ma anche di cambiare prospettiva di sviluppo puntando verso innovazione e green economy.
La prima richiesta immediata è di sposare l’orientamento del Parlamento europeo (ossia riduzione del 40% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990; produzione di almeno il 30% del consumo finale complessivo di energia da fonti rinnovabili; incremento dell’efficienza energetica del 40%) come soglia minima di confronto con gli altri governi europei.
“Chiediamo al governo di puntare più in alto – hanno dichiarato i rappresentanti delle associazioni – e contribuire a definire una politica comunitaria ambiziosa in materia di contrasto ai cambiamenti climatici. Target ambiziosi e vincolanti di contenimento delle emissioni di gas serra, così come di sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, sarebbero in grado di sostenere l’Europa fino a trainarla fuori dalla recessione; e sono imprescindibili per decarbonizzare l’economia del continente, tornando a posizionare l’Ue come avanguardia, sullo scacchiere internazionale, nella lotta al global warming”.
La critica alle posizioni del precedente Esecutivo è senza appello: “Ci aspettiamo lo stesso impegno anche in politica nazionale. Il nuovo esecutivo esprima da subito, in materia di energia, un indirizzo politico radicalmente opposto a quello del recente decreto Destinazione Italia, con cui il governo Letta ha ulteriormente finanziato le energie fossili e indebolito la crescita dell’energia pulita nel nostro Paese”.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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Pier Luigi Caffese
scrive il 03 marzo 2014 alle ore 14:11
I posti di lavoro (jobs) premono sul Governo Renzi per venire fuori ma vengono ostacolati dalle pratiche monopoliste dei fossili,in particolare gas che chidono soldi per capacity paymentas gas.Questa pratica monopolista condannata dagli economisti nel mondo,trova eco in Italia perchè viene barattata come sicurezza,riserve strategiche che è una balla colossale perchè dire che il gas importato è piu' sicuri come approvvigionamenti di acqua e mare,significa prendere in giro gli Italiani.In pratica 720.000 giovani non trovano lavoro in Italia perchè i fossili.gas si vogliono spartire 30 miliardi di incentivi,lasciando a spasso le generazioni future e dandoci l'energia piu' cara al mondo.Renzi che sceglie? Se da soldi al gas,significa solo che da ragione ai prepotenti di Sorgenia,Eni,Enel,a2a ed ai Putin dittatori e sempre pronti ad inviare paracadutisti in Crimea dove Scaroni ci invitava a passar vacanze.Offre Putin con i tanti soldi dell'Eni.