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Decreto rinnovabili, "limiti troppo severi, un freno al settore" | Tekneco

Decreto rinnovabili, “limiti troppo severi, un freno al settore”

Gli addetti ai lavori propongono modifiche alla bozza di decreto rinnovabili appena redatta dal governo. Obiettivi, alleggerire i limiti sugli impianti in terre agricole e incentivare le serre fotovoltaiche

Scritto da il 17 dicembre 2010 alle 13:39 | 2 Commenti


Arrivano le prime proposte di modifica concrete al decreto legislativo rinnovabili, di cui nei giorni scorsi è arrivata la bozza. Lo fanno le associazioni del settore fotovoltaico – Assosolare, GIFI, Asso Energie Future e Grid Parity Project- in una lettera al Ministero dello sviluppo economico. Secondo le associazioni, alcuni punti possono causare “gravissimi limiti allo sviluppo del settore” e “ingenti danni economici agli operatori oltre alla perdita di posti di lavoro in futuro”.

Soprattutto, chiedono di cancellare l’articolo 8, comma 5, che introduce forti limiti di potenza agli impianti fotovoltaici a terra installati su aree agricole. Vogliono anche che il decreto migliori la pianificazione territoriale del fotovoltaico e incentivi di più le serre fotovoltaiche. In sintesi, chiedono una migliore sinergie tra il solare e l’agricoltura.

“Nel ribadire l’apprezzamento per lo sforzo del presente schema di Decreto Legislativo di fornire un quadro di  riferimento  per  le  energie  rinnovabili  armonico  e  coordinato  con  gli  obiettivi  al  2020″- concludono le associazioni,  “si  ritiene indispensabile porre la massima attenzione ai punti messi in rilievo nel presente documento. Le criticità rilevate  sono,  non  solo  paradossalmente  in  netto  contrasto  con  gli  obiettivi  al  2020,  ma  arrecano  un evidente danno economico al settore con ripercussioni sul versante occupazionale”.

“Gli  sforzi  di  contemperamento  delle  istanze  del  paesaggio  e  del  territorio  con  quelle  dello  sviluppo economico,  dell’impiego  e  della  ricerca,  non  vanno  perseguiti,  a  nostro  avviso,  con limiti  e  divieti  che troppo  spesso  giungono  estemporanei  a  modificare  compromessi  faticosamente  concertati  e  raggiunti. Come  peraltro  contemplato  anche  nelle  Linee  guida  (rif.  Paragrafo  17  e  Allegato  3)  di  recente approvazione (che qui si vorrebbero modificate in punti di sostanziale impatto), il rapporto tra sviluppo e territorio  va  spostato  sul  piano  della  pianificazione  piuttosto  che  su  una  profusione  normativa  che  non
risolve il problema alla radice ma, al contrario, aumenta le incertezze degli investitori in un settore che sta dando un importante impulso al Paese nonostante la crisi economica e le difficoltà poste dalle procedure autorizzative”.

“Ci si auspica pertanto che le istanze e le proposte qui rappresentate vengano seriamente valutate a breve. Si auspica altresì un maggior coinvolgimento futuro delle Associazioni industriali di settore al fine di poter concertare  proposte  normative  di  tale  impatto.  Un’opportuna  fase  di  consultazione  avrebbe  potuto  e consentirà in futuro, di lavorare su un testo maggiormente condiviso”.


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