Nucleare
Dalla padella del clima alla brace del nucleare
La Gran Bretagna sceglie gas e nucleare per contrastare i cambiamenti climatici. Ma la centrale di Hinkley Point è a rischio sommersione
C’era da aspettarselo. La generazione centralizzata, antistorica e arretrata sferra il colpo di coda sfruttando una delle fonti energetiche più pericolose al mondo: il nucleare. Il governo britannico, infatti, ha annunciato che intende chiudere, entro dieci anni, le ultime centrali a carbone, sostituendole progressivamente con centrali nucleari e a gas. Lo ha annunciato in vista della Cop 21, l’appuntamento a Parigi sul clima che si svolgerà a inizio di Parigi, la ministro britannica per l’Energia Amber Rudd. «La sicurezza energetica è la nostra prima priorità – ha dichiarato Amber Rudd – inoltre nessun governo responsabile dovrebbe prendere rischi in tema di cambiamenti climatici». L’abbandono delle centrali a carbone assume un significato simbolico visto che in Gran Bretagna, partì, grazie al carbone, la rivoluzione industriale. La ministro non ha diffuso dati circa la chiusura delle centrali a carbone che secondo Greenpeace sarà di dieci centrali a carbone in Gran Bretagna e una in Irlanda del Nord.
«Il gas è al centro del nostro futuro sicuro per l’energia, così come il nucleare.” – ha sottolineato il ministro, – Si farà ricorso ad una energia nucleare “sicura“». Si tratta di un annuncio che presenta due grandi criticità. La prima è sui tempi di chiusura. Dieci anni per la chiusura, infatti, potrebbero essere troppi. Secondo la Iea, infatti, dal 2017 avremo esaurito lo stock di CO2 al 2030 per contenere l’aumento di2°Cal 2100, per cui tra un anno ogni tonnellata di CO2 emessa incrementerà la temperatura oltre i due gradi. La seconda è legata al nucleare. Le nuove centrali “sicure” dovrebbero essere le Epr francesi, come quella progettata per il sito britannico di Hinkley Point C, due gruppi produttivi da 1600 MWe per un totale di 3200 MWe, che sarà molto costosa, circa 18 miliardi sterline, pari a 25,6 miliardi di euro – ma la Ue stima costi per 35 miliardi – e sarà ancora alla fase prototipale visto che sarà solo la terza centrale di questo tipo realizzata. I costi saranno ribaltati sui cittadini britannici visto che questa nuova centrale nucleare sono previsti incentivi in bolletta poiché è stato garantito un prezzo d’acquisto dell’elettricità prodotta di 132 euro per MWh, per la durata di 40 anni, superiore al prezzo dell’energia prodotta dall’eolico che è di 117,7 euro per MWh per una durata di venti anni.
Sul fronte della sicurezza, poi, il progetto nucleare sembra non tenere conto dei possibili effetti dei cambiamenti climatici visto che la zona potrebbe essere allagata anche nel caso di un aumento della temperatura di soli 2°C, come dimostra la mappa interattiva di Climate Central che pubblichiamo.
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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