climate change
Clima: anche a marzo un caldo anomalo
Anche marzo segna l'anomalia climatica verso l'alto. Il 2016 dopo soli tre mesi è già l'anno più caldo di sempre. Silenzio dalla politica
Il riscaldamento climatico galoppa. E pure parecchio. Se abbiamo archiviato il 2015 come anni più caldo del 1880, ecco che sono bastati tre mesi del 2016 per battere l’anno precedente. Dai dati di gennaio, febbraio e marzo, il 2016 sarà caldo. «Questo anno sarà al 99% quello più caldo di sempre», ha detto, riferendosi al 2016 Gavin Schmidt della Nasa. E la cosa non finisce qui perché il mese di marzo 2016 ha registrato per la seconda volta un’anomalia climatica non banale. La Japan Meteorological Agency (JMA), infatti ha rilevato che marzo ha avuto una temperatura media più alta, rispetto alla media del secolo scorso di 1,07 °C, un record che sorpassa quello di febbraio 2016 che era stato più caldo “solo” di 1,04 °C, valore che aveva buttato nello sconcerto i massimi climatologi mondiali che di solito non commentano i risultati mensili. Eccezioni che fanno riflettere specialmente alla luce del fatto che il primo trimestre 2016 nel complesso, con le anomalie di febbraio e marzo ha visto un aumento complessivo, sempre secondo la Nasa di 0,39 °C rispetto al 2015, un problema non da poco visto che di solito in periodi così brevi gli aumenti sono dell’ordine del centesimo di grado. Ma non è solo la temperatura a media a preoccupare, ma anche i suoi effetti diretti. I ghiacci della Groenlandia, dove ora si registrano temperature estive, si stanno sciogliendo con un mese d’anticipo, cosa che porterà a uno scioglimento complessivo del 12% maggiore alla media, mentre la superficie invernale della calotta polare artica quest’inverno è stata la più piccola da quando la si misura via satellite,ossia dal 1979. E non è un problema solo degli orsi polari e delle foche. Secondo James Hansen, già scienziato della Nasa che nel 1988 scoprì la causa antropica dei cambiamenti climatici, l’accumulo negli oceani del calore e l’incremento dell’acqua derivata dallo scioglimento dei ghiacci polari, porterà a una modifica delle correnti marine con delle conseguenze catastrofiche almeno sulle economie costiere. E non è un’opinione personale, ma il frutto di una ricerca svolta da diciotto ricercatori coordinati da Hansen, che è stata sottoposta alla “peer review”. E uni studio uscito su Nature va nella stessa direzione, mentre l’equipe del climatologo Rob De Conto, stima in un metro l’aumento certo dei mari se si rimane entro i 2°C, che diventerebbero due per temperature superiori. «I costi economici e sociali per le perdite funzionali di tutte le città costiere è praticamente incalcolabile», conclude Hansen.
In verità molti accusano di quest’aumento anomalo il fenomeno del El Niño che sta facendo sentire i suoi effetti e che nel 2017 dovrebbe concludersi, ma le previsioni non sono troppo ottimiste. «La corsa al record delle temperature continuerà anche nel2017. In maniera minore, visto la fine dell’impatto del El Niño, ma avremo comunque dei record, di misura minore ma sempre dei record», afferma il professor Adam Scaife, dell’ UK Met Office, l’agenzia meteo britannica che da alcuni anni è estremamente affidabile sulle previsioni circa i cambiamenti climatici.
«Il picco delle anomalie nelle temperature globali può essere dovuto a El Niño, ma la maggior parte di questo riscaldamento anomalo è il risultato del riscaldamento globale antropico», ha detto al Guardian il professor Stefan Rahmstorf , climatologo all’Università di Potsdam in Germania.
Il tutto mentre la politica tace. O peggio, come in Italia, decide di “tirare fuori” tutti i fossili che ci sono, visto che li abbiamo, come ha affermato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi commentando il mancato quorum al referendum sulle trivelle. Eppure l’Italia con 8.000 chilometri di costa dovrebbe essere lievemente interessata all’argomento. Nel frattempo tra due giorni il 22 aprile Giornata della Terra sarà firmato l’accordo “storico” uscito da Cop 21 a Parigi nel dicembre scorso e sarà molto interessante analizzare i discorsi dei leader politici.
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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