Biomasse, nuove opportunità dal federalismo demaniale
Se il Decreto Rinnovabili ha creato sconcerto tra gli operatori, il cosiddetto Federalismo demaniale potrebbe fornire un aiuto indiretto allo sviluppo delle centrali a biomassa.
Photo: dj frat
Se il Decreto Rinnovabili ha creato sconcerto tra gli operatori (soprattutto sul fronte del fotovoltaico), il cosiddetto Federalismo demaniale potrebbe fornire un aiuto, se pur indiretto, allo sviluppo delle centrali a biomassa, attraverso l’agevolazione agli approviggionamenti delle varie risorse naturali. Il riferimento è al Decreto Legislativo 28 maggio 2010, n. 85, recante “Attribuzione a comuni, province, città metropolitane e regioni di un proprio patrimonio, in attuazione dell’ articolo 19 della legge 5 maggio 2009, n. 42”.
Tale decreto consente l’individuazione di determinati beni statali che possono essere trasferiti al patrimonio dei Comuni, delle Province, delle Città metropolitane e delle Regioni, affinché questi li possano gestire in base a criteri di sussidiarietà, adeguatezza e territorialità, disponendone nell’interesse della collettività rappresentata e favorendone la “massima valorizzazione funzionale”.
La gestione delle biomasse passa ai territori
Ai sensi dell’articolo 5 comma 1 del D.Lgs. 85/2010, sono trasferibili a Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni: a) i beni appartenenti al demanio marittimo e le relative pertinenze; b) i beni appartenenti al demanio idrico e le relative pertinenze; c) gli aereoporti di interesse regionale o locale appartenenti al demanio aereonautico civile statale e le relative pertinenze; d) le miniere e le relative pertinenze; ed e) gli altri beni immobili dello Stato, ad eccezione di quelli espressamente esclusi dal trasferimento. Proprio nell’ambito dell’attuazione del “federalismo demaniale”, l’Agenzia del demanio, ha provveduto alla redazione dell’elenco dei beni appartenenti a quest’ultima tipologia prevista dal citato articolo 5 comma 1, lettera e).
Ai nostri fini è interessante notare come nell’elenco dei beni immobili “esclusi dal trasferimento”, ad oggi, non rientrino i luoghi e le fonti di approvvigionamento di materia prima per le centrali a biomasse (foreste, boschi, rifiuti etc.); sembra lecito presumere, quindi, che i Comuni e gli altri Enti Locali potranno chiederne il trasferimento contribuendo, in tal senso, ad una loro valorizzazione non solo ed unicamente da un punto di vista ambientalistico, ma anche come primaria risorsa energetica.
Buone prospettive per le coltivazioni agro-forestali
In ambito nazionale, le coltivazioni agro-forestali per l’ottenimento di biomasse da destinare alla produzione di energia, sembrerebbero rappresentare il filone con le prospettive di crescita più interessanti. Le produzioni forestali, infatti, rappresentano quasi due terzi del totale delle biomasse energetiche disponibili e provengono per la maggior parte da boschi cedui.
Le possibilità però di valorizzazione delle produzioni forestali come fonte di energia rinnovabile per le biomasse dipende principalmente: (i) dalla disponibilità di approvvigionamenti vegetali a prezzi competitivi, (ii) dalle modalità di prelievo compatibili con la conservazione degli equilibri degli ecosistemi naturali e (iii) dalla produzione degli altri servizi ambientali che il territorio è chiamato a fornire nella nostra società.
Un’alternativa ai tagli del Decreto Rinnovabili
Tenuto conto anche delle riduzioni agli incentivi da ultimo introdotte dal Decreto Rinnovabili – che potrebbero incidere negativamente sul futuro sviluppo del fotovoltaico – e rilevata l’attuale mancanza di sfruttamento delle forniture provenienti dagli ambienti forestali quali fonti di approvvigionamento delle centrali a biomassa, le riforme in corso in materia di federalismo demaniale, una volta integrate dalle necessarie fonti secondarie attuative, potrebbero costituire un veicolo ed un espediente importante attraverso il quale la energia da biomassa, sino ad oggi rimasta tentennante e legata all’approvvigionamento estero, possa finalmente trovare il suo sviluppo determinante, con una struttura normativa che consenta e agevoli lo sfruttamento di risorse naturali interne del nostro paese.
Gli enti autonomi chiamati a far crescere le rinnovabili
Con particolare riferimento alle biomasse forestali, la sfida per gli enti locali, oggi ancor più autonomi (anche) nello sfruttamento del proprio territorio, consisterà, probabilmente, nel riuscire a privilegiare le centrali di piccole dimensioni che utilizzino biomasse locali, riducendo in questo modo sia l’impatto ambientale, utilizzando e contribuendo al miglioramento climatico e igienico dei luoghi in questione, nonchè riducendo i costi di approvvigionamento e di trasporto per le suddette centrali, problemi questi che hanno sempre contribuito alla non esplosione definitiva di questo specifico settore delle energie rinnovabili. Il federalismo demaniale potrà quindi costituire un viatico importante nello sviluppo delle rinnovabili, seppur sarà certamente opportuno un ulteriore e più ampio intervento normativo che possa garantire gli obbiettivi che le stesse intendono perseguire nella loro completezza.
Spesso, invece, tali centrali a biomasse, che dovrebbero compensare le proprie emissioni con un’uguale diminuzione di quelle di altri impianti, vengono progettate solo con l’obiettivo di poter operare nel mercato dei certificati verdi. Se, invece, il progetto fosse inserito in una normativa locale più esaustiva ed articolata in funzione degli interessi particolari di ogni singolo territorio, che regolamenti gli impatti ambientali e che nel contempo permetta l’utilizzo di materiale combustibile proveniente dal territorio nazionale, consentendo altresì un aumento delle possibilità occupazionali, ciò potrebbe effettivamente costituire la base per lo sviluppo di un’altra importante fonte energetica rinnovabile nel nostro paese.
Avvocati Elvezio Santarelli e dell’Avvocato Elena Martellucci dello Studio Watson Farley Williams
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L'autore
Elvezio Santarelli
Elvezio Santarelli è socio di Watson, Farley & Williams dal 2005. L’Avv. Santarelli è specializzato in operazioni di fusione, acquisizione e joint-ventures con particolare focalizzazione sul settore delle energie rinnovabili.
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