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Biomasse e biogas: un’arma contro il caro fertilizzanti | Tekneco

Filiera Legno-energia

Biomasse e biogas: un’arma contro il caro fertilizzanti

I concimi tradizionali hanno conosciuto un forte aumento di prezzi nell’ultimo biennio. Ceneri e digestato possono essere un’alternativa

Scritto da il 10 aprile 2014 alle 8:05 | 0 commenti

Biomasse e biogas: un’arma contro il caro fertilizzanti

Un vantaggio offerto dal biogas è la produzione di digestato: come noto, l’estrazione del gas prodotto dalla fermentazione anaerobica di rifiuti di origine agricola comporta la produzione di questo denso rifiuto liquido, che è difficile da gestire ma anche ricco di materia organica e minerali.

Come ha spiegato nel corso del convegno annuale Fiper Fabrizio Andani, professore di uso e riciclo delle biomasse agricole presso l’Università di Milano, ci sono tanti elementi che dovrebbero spingere a utilizzare questa e altre risorse derivanti dalla produzione energetica da biomassa/biogas.

Innanzitutto un fattore di costo: il prezzo dei fertilizzanti sul mercato internazionale è cresciuto molto negli ultimi due anni. In particolare, i concimi fosfatici e potassici hanno visto le loro quotazioni moltiplicarsi per 4 o 5, mentre gli aumenti dei concimi azotati entro un 50%. Si tratta principalmente dell’effetto dell’aumento dei prezzi delle commodities agricole, che ha spinto l’agricoltura mondiale a investire maggiormente per intensificare la produzione.

Senza contare i costi ambientali: servono circa due tonnellate di petrolio per produrre e spargere una tonnellate di concime azotato, tanto che la stima è che la produzione di fertilizzanti assorba circa il 3-5% dell’energia mondiale.

In questo contesto l’Italia è fortemente dipendente dall’estero per l’approvvigionamento di fertilizzanti e per le materie prime necessarie a produrli. Ecco perché le politiche europee strategiche in materia di agricoltura e ricerca (in particolare Horizon 2020) mettono in primo piano la necessità di recuperare i nutrienti dalle biomasse e altri scarti di produzione.

“In tale ottica, reflui, digestati, ceneri e tutto ciò che deriva dalla produzione di energia rinnovabile deve essere recuperato in una logica di attivazione di procedure virtuose di recupero e chiusura del ciclo degli elementi”, ha spiegato Adani.

In questa direzione va un apposito progetto finanziato dalla Regione Lombardia, che si propone di produrre fertilizzanti veri e propri in grado di sostituire quelli di sintesi. Con effetti positivi sia per il bilancio economico delle aziende agricole che sull’ambiente.


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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