Klimahouse Puglia 2013
Una casa affacciata sul Mediterraneo
La casa mediterranea è una soluzione che può diventare una leva di mercato importante. Conta però la georeferenziazione delle metodologie applicate
Negli ultimi anni con lo sviluppo delle tecniche d’efficientamento degli edifici si è sviluppato il dibattito circa le georeferenziazione delle metodologie di realizzazione degli edifici efficienti. Si tratta di un approccio che intende superare quella che potremmo chiamare la “fase 1″ dell’efficienza energetica in edilizia, per intenderci quella a cavallo tra gli anni novanta e i primi anni duemila, nella quale le tecniche e le metodologie, certificazioni comprese e materiali, provenivano dall’Europa del Nord e che ha, per esempio, portato a privilegiare nelle tecniche, e anche nelle incentivazioni, fino a poco tempo fa la climatizzazione invernale rispetto a quella estiva.
Un approccio più evoluto alla sostenibilità ambientale delle abitazioni alcuni anni fa ha portato a un approccio alla compatibilità ecologica degli edifici che non considera solo le prestazioni energetiche, ma anche il ciclo di vita complessivo dei materiali, delle componenti tecniche e degli impianti.
In questo quadro, ovviamente conta anche la georeferenziazione poiché un edificio realizzato nel nord Europa, per esempio, ha il problema di captare il calore e trattenerlo, mentre uno costruito in zona Mediterranea deve comportarsi esattamente in maniera contraria.
Ciò, prima di tutto, si esprime in una differenziazione architettonica della struttura che nel caso della “casa mediterranea” deve essere caratterizzata elementi in grado di creare ombra ed essere fruibili durante l’estate, ragione per la quale anche il disegno deve essere diverso.
Sul fronte dell’assorbimento di calore ovviamente i colori devono essere quelli che più si prestano a ciò, così come è necessario che siano previste lamelle frangisole in grado di diminuire l’energia assorbita dall’edificio. Anche la ventilazione deve essere diversa. In molti casi si può sfruttare quella naturale, adottando degli accorgimenti progettuali come il posizionamento e l’attenta calibrazione tra le finestre sottovento e quelle sopravento, in maniera di “tarare” al meglio l’esigenza di raffrescamento.
Discorso analogo per quanto riguarda la dotazione impiantistica, per le energie rinnovabili, che secondo il pensiero più avanzato in fatto di bioedilizia deve essere tenuto ben separato dal bilancio energetico “passivo” dell’abitazione stessa, affinchè la dotazione di fonti rinnovabili non supplisca alle carenze dell’involucro diminuendo l’efficienza complessiva del progetto.
Di sicuro solare termico e fotovoltaico sono le due rinnovabili più importanti, ma non bisogna sottovalutare, specialmente nel caso di nuove costruzioni, la geotermia a bassa entalpia che può, se accoppiata a sistemi radianti a parete o pavimento, essere utilizzata attraverso una pompa di calore, sia per il riscaldamento invernale, sia per il raffrescamento estivo.
Nel caso, invece, di retrofit energetico su un edificio esistente può essere conveniente l’utilizzo di un sistema di solar cooling, soluzione ancora poco utilizzata, magari con tubi sottovuoto efficienti, che ha l’indubbio vantaggio di produrre più energia per il raffrescamento, durante le ore nelle quali l’insolazione è più elevata.
Il mercato potenziale delle tecniche costruttive e delle tecnologie messe assieme dalla casa mediterranea è ampio e va al di là dei confini nazionali, poichè è possibile applicarne i criteri su entrambe le sponde del Mediterraneo e anche in altre parti del Pianeta dove si trovino le stesse caratteristiche climatiche.
Si tratta di un’opportunità importante per dare un “marchio” distintivo alle tecniche dell’edilizia sostenibile che se unita al valore del design, settore nel quale il nostro paese è all’avanguardia, potrebbe diventare un vero e proprio marchio di fabbrica.
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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Paolo Bassani
scrive il 23 marzo 2013 alle ore 17:00
La georeferenziazione è l'elemento principale per costruire o ristrutturare nell 'ottica del risparmio energetico, dell'ecocompatibilità e ecosostenibilità. Da troppo tempo è in atto l'uso di tecniche costruttive e impiantistiche non conformi alle zone geografiche e alle caratteristiche climatiche, ma bensì meri trasferimenti di tecniche di altre zone con altre caratteristiche fondati sul principio del commercio e non dell'esigenza. SAREBBE OPPORTUNO TRATTARE QUESTO ARGOMENTO IN MANIERA DIFFUSA PER FAR CAPIRE AGLI UTILIZZATORI CHE E' FONDAMENTALE SAPERE PRIMA LE ESIGENZE CLIMATICHE PER POTERLE SODDISFARLE A PIENO E NON VICEVERSA