#Tekneco - 16 progetto
Un tetto verde dopo le demolizioni
Un progetto che prevede di ottenere la classe "Platinum" di certificazione LEED NC Italia per un insediamento produttivo
Nell’autunno 2012 sono iniziati i lavori di demolizione degli edifici produttivi collocati nell’area dell’ ex Manifattura adiacente al Lungoleno, quella che il master plan definisce “ambito B”. Queste opere hanno concluso la fase di sistemazione del sito in previsione degli scavi e della successiva realizzazione dei nuovi moduli produttivi progettati da Kengo Kuma. Le demolizioni hanno riguardato quasi 130.000 metri cubi di volumi edificati rappresentati dai fabbricati industriali costruiti negli anni ’60 per ospitare i grandi macchinari per la produzione industriale delle sigarette. Tali fabbricati lasceranno spazio ad un ampio parcheggio sotterraneo e a otto nuovi moduli in legno e alluminio, moderni, sostenibili e connessi fisicamente all’ambiente circostante grazie alla loro copertura verde accessibile al pubblico. Gli edifici previsti sul Lungoleno ospiteranno, invece, un mix di funzioni di servizio alle imprese ed al pubblico (tra cui un auditorium polifunzionale, spazi per la ristorazione, un centro fitness e un centro per la formazione). Il progetto prevede di ottenere, primo in Italia, la classe “Platinum” di certificazione LEED NC Italia per un insediamento produttivo.
Ma non sono solo le nuove costruzioni ad essere progettate secondo i più alti standard di sostenibilità: anche i lavori di demolizione sono stati progettati per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente. Habitech, consulente LEED del progetto di demolizione, ha previsto, infatti, nel Piano per il Controllo dell’Erosione e della Sedimentazione una serie di misure da adottare anche in fase di abbattimento degli edifici. Ad esempio, per limitare al massimo la diffusione delle polveri causate dalle demolizioni, il braccio telescopico dell’escavatore verrà attrezzato con un dispositivo che permetterà di irrorare acqua nebulizzata in corrispondenza del punto di produzione delle polveri. Per evitare, invece, il formarsi di possibili sedimenti nelle reti di smaltimento delle acque meteoriche verranno installati dei teli protettivi nei tombini. Al fine di impedire l’asportazione di terreno dal sito e di preservare la pulizia delle strade circostanti, verrà costruito un impianto di lavaggio ruote dei camion con un serbatoio per le acque nere. Un altro punto molto importante riguarda il tema dei rifiuti e del riciclo. I materiali di scarto derivanti dall’abbattimento delle vecchie strutture saranno, infatti, riciclati per almeno il 75%, con l’obiettivo ambizioso di arrivare al 95%, in accordo con i requisiti necessari per la certificazione LEED. Va, infine, ricordato un ulteriore elemento dell’approccio sostenibile adottato, ovvero il recupero di tutte le componenti impiantistiche ed edili che possono essere reimpiegate quali, ad esempio, controsoffitti, corpi illuminanti, trasformatori, pompe antincendio, generatori, ecc.
IL PROGETTO PRELIMINARE
La progettazione preliminare dell’intero intervento è firmata dallo studio Kengo Kuma & Associates. Il progetto dei moduli produttivi si prefigge di ottenere la classe “Platinum” di certificazione LEED, primo esempio in Italia di conseguimento di tale obiettivo in edifici industriali. Nelle strutture di copertura si ricorrerà ampiamente all’uso del legno, per un collegamento diretto ad una delle vocazioni costruttive territoriali.
L’area nel suo insieme sarà di 32.000 mq, di cui 24.000 dedicati ad attività d’impresa e 8.000 ad uso pubblico, e sarà caratterizzata da un’impostazione che privilegia flessibilità d’uso e facilità di riconfigurazione, adattandosi rapidamente alle esigenze delle imprese insediate. Un grande parcheggio interrato occuperà l’area sottostante ai nuovi edifici. Al di sopra dei nuovi capannoni, le coperture piane saranno contraddistinte da un tetto verde in larga parte praticabile, che fungerà da raccordo pedonale tra il fronte lungo il torrente Leno e gli edifici storici del lato settentrionale, fornendo spazi ricreativi agli abitanti e ai lavoratori della zona.
COME SARÀ UTILIZZATO IL PROGETTO MANIFATTURA
L’area produttiva di Progetto Manifattura avrà diverse funzioni: il 77% delle costruzioni sarà utilizzato dalle imprese che operano nel mercato della green economy e del green building, il 23% sarà adibito ad uso pubblico (negozi, un bar, una palestra e un training center). È previsto un auditorium con una capienza massima di 700 posti a sedere, molto flessibile e dotato di diversi servizi (come cabine di traduzione e studi di registrazione, spogliatoi e locali di deposito) al fine di ospitare una vasta gamma di attività, tra cui conferenze, spettacoli, mostre e fiere. Inoltre, un tetto verde, che copre il 70% dell’area produttiva, fornirà in modo naturale il raffrescamento per gli edifici sottostanti e offrirà un piacevole percorso dal Lungoleno agli edifici storici di Progetto Manifattura e a Borgo Sacco. Questo tetto sarà irrigato con acqua piovana.
Le terrazze sul Lungoleno e di fronte agli edifici storici offriranno un posto per incontrarsi e rilassarsi. Piccoli spazi adibiti a serre, su una parte del tetto verde, consentiranno alla collettività di coltivare fiori o ortaggi. Una serra fornirà gran parte delle verdure fresche consumate dalle persone che lavorano o visitano Progetto Manifattura.
Si sta anche ipotizzando la costruzione di un’area per l’allevamento ittico. Le acque delle vasche dovrebbero essere filtrate e utilizzate in parte come fertilizzante naturale nelle serre e nei giardini. Un parcheggio sotterraneo per 873 veicoli. L’attuazione di questo piano consentirà di ridurre del 40% la quantità di parcheggi, come richiesto dalle normative locali ed in accordo con il piano strategico sostenibile di trasporto con mezzi pubblici ed elettrici.
ENERGIA E MISURE CONSERVATIVE
Un obiettivo di Progetto Manifattura consiste nel ridurre, rispettivamente, dell’ 85% l’emissione di CO2 e del 50% il consumo di energia primaria. I sistemi energetici adottati per il raggiungimento di questo obiettivo prevedono l’integrazione di diverse tecnologie e il tetto verde ridurrà il fabbisogno di aria condizionata necessaria.
I pannelli fotovoltaici saranno in grado di generare fino a 1,1 megawatt di potenza in modo da coprire 1/8 del picco di consumo stimato. Il 50% del fotovoltaico sarà integrato verticalmente nelle facciate meglio esposte al sole, fornendo al contempo una protezione solare per le finestre. Il riscaldamento geotermico (effettuato con pompe di calore) utilizzerà l’energia termica delle acque sotterranee per il riscaldamento e per il raffrescamento.
I sistemi di bilanciamento del calore dalle zone troppo calde alle zone troppo fredde riducono significativamente la quantità di energia necessaria per il raffrescamento e il riscaldamento.
Un impianto a biomassa da 700 kilowatt abbinato ad un sistema di cinque vasche di 15.000 litri d’acqua ad accumulo sarà in grado di soddisfare una domanda di 3.000 kilowatt, che corrisponde al 80% della domanda complessiva. Il resto della domanda di calore sarà fornito dal sistema di pompa di calore. L’acqua piovana sarà convogliata in serbatoi per l’irrigazione del tetto verde e delle aree intorno al complesso, nonché per gli scarichi igienici.
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