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Terremoti sostenibili

Per ricostruire edifici e tessuto sociale arriva dalle zone del terremoto in Emilia il 'Manifesto per la ricostruzione sostenibile'

Scritto da il 31 ottobre 2012 alle 8:20 | 0 commenti

Terremoti sostenibili

Dall’esperienza del terremoto di questa estate in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto è nato il ‘Manifesto per la ricostruzione sostenibile‘ che si pone come obiettivo quello d’introdurre elementi di sostenibilità nell’edilizia dopo un sisma.

“È un modello di ripristino di ciò che in seguito ad un sisma ha subito gravi ferite, un nuovo modo di concepire le relazioni, il ruolo pubblico, la politica, l’economia, il sociale e quanto concorre alla costruzione di una comunità e di un luogo”. Sono queste le prime righe del documento presentato a Smart cities a Bologna, elaborato in collaborazione dal Coordinamento delle Agende 21 locali italiane, con il Comune di Ferrara e che ha avuto una lunga preparazione partecipata.

“Certamente la ricostruzione deve essere bipartisan, comprensibile, etica, democratica, condivisa, identitaria, trasparente, giusta e legale – recita il testo – i finanziamenti, di qualsiasi provenienza, devono essere tracciabili e dedicati ai progetti della ricostruzione”.

Sotto al profilo delle norme il manifesto entra nel merito sottolineando che “servono leggi ordinate e ad hoc al fine di abbandonare lo strumento delle ordinanze della fase dell’emergenza” e ha l’ambizione di trasformare le criticità in opportunità, di portare ricerca, innovazione e tecnologia, possibilità professionali e di impiego.

Alcune delle proposte per la fase di ricostruzione sono:

  • far sì che chi dona per solidarietà divenga azionista del progetto che sosterrà;
  • mirare a una ricostruzione leggera con progetti piccoli e diffusi che permettano l’uso veloce dei fondi;
  • lasciare autonomia ai territori che devono poter decidere per sè, pur mantenendo legami con le Regioni e lo Stato centrale.

Molto interessante il fatto che il documento non si fermi solo al livello tecnico/ingegneristico, ma affronti anche il piano sociale “dato che il sisma cancella le tracce delle esistenze e lascia segni tanto materiali, quanto morali e psicologici” e proprio per questo nel testo sono raccolte “riflessioni sulla ricostruzione anche dal punto di vista sociale“, dando molta importanza “al rispetto dei tempi annunciati, di assistenza ed accompagnamento delle famiglie e delle imprese nell’affrontare le difficolta’ dei percorsi autorizzativi, di coprogettazione con i cittadini, di collaborazione con ordini ed associazioni di categoria”. Quindi alla base di tutto c’è “un presupposto nuovo: l’economia della collaborazione che si fonda sul presupposto che si supera la crisi solo se si fa squadra”.

Oltre a tutto ciò il ‘Manifesto della ricostruzione sostenibile’ prevede anche di “adottare un approccio ‘open data’ per mettere a disposizione dei cittadini tutte le informazioni in possesso della pubblica amministrazione, creare data base per la condivisione delle best practices, strutturare processi decisionali brevi, tracciabili in qualsiasi momento, supportare la sinergia tra aziende, cooperative, universita’ altri enti di governo per assistere le imprese colpite anche con protocolli per calmierare i prezzi delle delocalizzazioni in altri stabili, incentivare e articolare forme di microcredito, dotare il sistema di strumenti di Risk governance”.

Insomma grande partecipazione e grande trasparenza esattamente il contrario di ciò che è successo con il sisma de L’Aquila dove le scelte sono state calate dall’alto, con criteri discutibili e per il quale serviranno ancora, a tre anni e mazzo di distanza, otto miliardi di euro, mentre emergono continuamente scandali come quello delle forniture fallate degli isolatori sismici del progetto C.A.S.E. che rendono le abitazioni vulnerabili ai terremoti.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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