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Piove e l'Italia crolla | Tekneco

Clima

Piove e l’Italia crolla

Altro evento estremo a Carrara: nessuna vittima ma 5000 sfollati. Crolla argine realizzato nel 2010

Scritto da il 06 novembre 2014 alle 1:03 | 0 commenti

Piove e l’Italia crolla

Questa l’inondazione volta è toccata, ancora una volta, a Carrara, per fortuna senza vittime, dove il fiume Carrione ha esondato facendo crollare oltre 200 metridi muraglione che, e qui sta la particolarità del caso, era stato “collaudato” solo nel 2010. Nuovo di zecca quindi. Con il cedimento si è verificato un allagamento di un’area dove vivono circa 5.000 persone che sono state sfollate, mentre Marina di Carrara è stata completamente invasa dal fango, allagando anche tutti gli impianti per la lavorazione del marmo per cui la zona è famosa nel mondo. E puntuali sono arrivate le giustificazioni della politica, usando i soliti argomenti dell’evento eccezionale. Quindi imprevedibile.

«In tre ore sono caduti 177 millimetridi pioggia. Di solito cadono in un intero mese d’autunno», ha spiegato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, a Carrara a cui ha fatto eco il sindaco della città, Angelo Zubbani: «Si sono rotti gli argini per circa100 metri in un tratto in cui i lavori erano stati eseguiti dopo l’alluvione del 2003. Per noi era tutto a posto. Voglio vederci chiaro in questa storia, i lavori erano stati finanziati dalla Regione e in quel tratto erano competenza della Provincia, mentre il Comune doveva ricostruire gli attraversamenti stradali. Stamani sono caduti200 millimetri. Ci sono migliaia di persone da evacuare, abbiamo allestito una tendopoli».

A nord, in Liguria, il sindaco di Ceriana, Bruna Rebaudo, ha fatto scattare il piano di evacuazione, in via precauzionale, per una ventina di famiglie, quaranta le persone sono state evacuate a Genova Nervi per un muro pericolante, mentre i Valle d’Aosta, in località Glereyaz, a Chatillon, un muro ai lati della strada comunale ha ceduto e il terreno, saturo d’acqua, ha bloccato la carreggiata per un tratto di oltre20 metri.

«I problemi si sono evidenziati dove erano evidenti giá in precedenza. È davvero triste osservare che si sono verificate le solite esondazioni e sulle solite aste idriche che conosciamo e che hanno evidenti problemi. – afferma il vicepresidente dell’Ordine dei geologi della Toscana (Ogt) e coordinatore della commissione Protezione civile dello stesso Ogt, Francesco Ceccarelli - Dobbiamo mettere in piedi un vero sistema di prevenzione e mitigazione delle pericolositá. Abbiamo la dimostrazione che per le criticitá parlare di tempi di ritorno di 200 anni è anacronistico. Oggi occorrono tempi che diano un rischio accettabile, visto che gli eventi sono ricorrenti con sempre maggiore frequenza. Allora è necessario dare una sicurezza accettabile al territorio. Mettiamo in piedi un sistema virtuoso, che andrá a regime tra qualche anno, ma dobbiamo iniziare subito. Non si può parlare di messa in sicurezza ma di rischio accettabile».

E una denuncia secca arriva anche da Erasmo D’Angelis, coordinatore della struttura di palazzo Chigi “#italiasicura” contro il dissesto idrogeologico che ha detto: «È inaccettabile, e vanno verificate presto le responsabilità. Si resta senza parole e anche abbastanza allibiti, arrabbiati, di fronte al cedimento strutturale per80 metri dell’argine di un torrente ad altissimo rischio di esondazione, realizzato in cemento armato nel 2008, collaudato nel 2010 e crollato come burro».

Si tratta però di uno stupore che non dovrebbe avere D’Angelis perchè è abbastanza esperto da sapere che troppi appalti per le opere di messa in sicurezza sono spesso al “massimo ribasso” e non è difficile immaginare che a un prezzo basso dell’opera corrisponda un’altrettanto bassa qualità dell stessa, mentre ciliegina sulla torta i lavori per la messa in sicurezza ssono fatti in Italia, nella più completa ignoranza circa i cambiamenti climatici. La strategia nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici, infatti, giace ancora nel cassetto di qualche ministero da anni, mentre gli altri paesi UE la hanno adottata tutti da anni. é chiaro quindi che non basta avviare i lavori come si è affrettato a dichiarare nel pomeriggio di ieri il Presidente Rossi, bisogna non fare appalti al massimo ribasso quando si tratta di opere strategiche per la messa in sicurezza e tenere conto uno volta per tutte del fatto che i cambiamenti climatici sono una realtà e bisogna adeguarsi.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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