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Adattamento

Il clima che corre

Il riscaldamento globale ha toccato un picco in tutto il globo nel 2014, ma in Italia è tre volte maggiore. Nel frattempo nessuno parla d'adattamento al clima che cambia

Scritto da il 22 gennaio 2015 alle 23:55 | 0 commenti

Il clima che corre

Riscaldamento globale da record, quello del 2014, ma se il Pianeta ha la febbre, il Bel Paese bolle. E’ questa l’analisi di Stefano Caserini, docente di Mitigazione dei Cambiamenti Climatici al Politecnico di Milano e cofondatore di Italian Climate Network (ICN).

«Questi nuovi record segnano l’ennesima smentita delle tesi negazioniste che negli ultimi anni hanno ripetuto che il riscaldamento globale si era fermato. Avevamo detto che non era così e ora c’è la conferma ufficiale. Archiviamo dunque il negazionismo climatico come abbiamo fatto per quello sui danni del fumo delle sigarette e impegniamoci seriamente e con decisione per ridurre drasticamente le emissioni dei gas climalteranti. – afferma Caserini – Secondo i centri di ricerca che ogni anno analizzano i dati delle temperature globali, il 2014 è stato l’anno più caldo da quando esistono misurazioni delle temperature dell’atmosfera che permettono di ricostruire la medie globale, circa 150 anni. I 10 anni più caldi di sempre, con l’eccezione del 1998 sono tutti stati registrati dopo il 2000. Non c’è dubbio che la causa del riscaldamento globale siano le emissioni dei gas climalteranti delle attività umane. Ormai su ciò la comunità scientifica ha raggiunto un consenso vastissimo. Siamo ampiamente fuori dalla variabilità naturale del clima. Il clima cambia velocemente e le attività umane, in particolare la combustione dei combustibili fossili, ne sono la causa principale negli ultimi decenni, come riportato dall’ultimo rapporto IPCC».

E l’allarme è particolarmente grave per il nostro Paese. Analizzando attentamente i dati, infatti, Caserini afferma che : «in Italia il 2014 è stato un anno record e i dati confermano come la nostra penisola si stia scaldando più velocemente della media globale e di altre terre emerse del pianeta». L’aumento nel nostro Paese durante il 2014 è stato di +1.45°C rispetto al trentennio 1971-2000, mentre rispetto a questo stesso periodo il riscaldamento medio globale, sempre nel 2014, è stato di circa 0,46°C. La tendenza del riscaldamento globale per l’Italia, quindi, è una volta e mezzo quella delle media delle terre emerse e il doppio di quella di tutto il Pianeta.

«Questi dati sono l’ennesima conferma che i cambiamenti climatici non sono più un’ipotesi sul futuro, nè sono una questione che riguarda solo il Polo Nord: riguarda l’Italia di oggi, con i frequenti nubifragi, distruzioni, morti, danni all’agricoltura. Quest’anno abbiamo avuto oltre quindici alluvioni, tra cui Genova, Modena, Senigallia, Chiavari; e la produzione agricola è stata duramente colpita, con i produttori di olio d’oliva, miele e castagne in grave difficoltà. – afferma commentando i dati Veronica Caciagli, Presidente di Italian Climate Network – Perciò oltre a politiche volte alla riduzione delle emissioni di gas serra per limitare i danni futuri, l’Italia ha urgenza di mettere in atto strategie di adattamento rispetto alla conseguenze dei cambiamenti del clima che sono già in corso. Occorre che il governo si impegni ad accelerare i tempi per la pubblicazione della Strategia di Adattamento ai cambiamenti climatici e per la sua traduzione in un piano. E occorre che i cittadini italiani aprano gli occhi e si mobilitino per chiedere azioni in risposta alla sfida dei cambiamenti climatici».

E una buona occasione per almeno innescare un primo processo d’adattamento ai cambiamenti climatici potrebbe essere quello d’inserirlo all’interno del Regolamento edilizio unico, recentemente introdotto dal decreto Sblocca Italia, mentre una cosa che andrebbe assolutamente fatta è quella di considerare i cambiamenti climatici all’interno dei lavori straordinari per la messa in sicurezza del territorio varati dall’Unità di missione anti-dissesto della Presidenza del Consiglio guidata da Erasmo D’Angelis. 1.155 interventi per 1,7 miliardi di Euro solo nel 2015 che potrebbero nascere già vecchi e “insicuri” di fronte alla particolarità del clima che cambia nel nostro Paese.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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