bioedilizia
Legno: come nasce una parete
Una carrellata sulle tecniche utilizzate per costruire pareti in legno e guardare "dal di dentro" le strutture della bioedilizia d'avanguardia
Photo: Giovanna Lodato
Ecologico, resistente, duraturo nel tempo. Vittima di tanti pregiudizi, fino a non molto tempo fa era considerato utile a costruire soltanto case di montagna, quelle tipiche del nord Europa o dell’arco alpino. Si tratta del legno, materiale in ascesa tra le più moderne costruzioni e le più avanzate tecniche dell’edilizia bio.
Data l’origine naturale della sua essenza, sono oggi indiscusse le capacità della materia lignea legate al benessere dell’uomo e alla qualità dell’abitare, assieme a elevate performance in termini di stabilità nonché di conducibilità termica e acustica. Ben si comporta in casi di eventi sismici, per l’elevata elasticità, e in caso di incendio. Infatti, in barba al pensiero comune, per raggiungere la combustione il legno necessita di temperature attorno ai 300° C – contro i 200° C bastanti all’acciaio delle strutture in cementizio – con rischi di crollo limitati per l’alta resistenza statica della materia.
Tutti vantaggi che si fregiano di metodi d’avanguardia nei sistemi di costruzione, con la possibiltà di realizzare elementi prefabbricati di qualità e in breve tempo. É il caso della parete a telaio (nota anche come platform frame o balloon frame), che si fonda su di una struttura a montanti e traversi, dati da sezioni diverse in legno massiccio o lamellare. Gli spazi sono riempiti con materiale isolante, come lane minerali o fibra di legno, che completano il cuore della struttura. Quest’ultima è racchiusa tra pannelli in legno truciolare, a scaglie orientate (OSB, Oriented Strand Board), o multistrato.
La faccia esterna è completata da un cappotto in fibra di legno e da uno strato di intonaco, che renderà l’estetica dell’edificio del tutto simile a quella in laterizio. La parte interna del muro viene rifinita con pannelli in cartongesso (fermacell) e intonaco. Questo tipo di soluzione vanta un altissimo grado di isolamento termo-acustico, impiegando pareti dallo spessore assai ridotto. Una tipologia leggera e resistente, dai costi contenuti e da realizzarsi in tempi ridotti, ideale per abitazioni su un unico livello.
Caratteristica dei paesaggi nord-est europei è, invece, la parete massiccia o blockhaus. Si tratta di una tipologia di costruzione basata sull’incastro di tronchi massicci dalle diverse dimensioni. Un sistema molto solido, ancora relegato all’edilizia tipica delle zone di montagna, anche per la manutenzione continua di cui necessita.
Maggiormente impiegata nella bioedilizia di oggi è la parete a strati incociati o X-Lam. Grazie a pannelli multistrato in legno massiccio si ottiene una lastra, con elevata capacità strutturale a fronte di uno spessore che oscilla tra i 5 e i 30 cm. In questo caso l’isolamento è collocato verso la parte esterna, che riporta uno strato isolante (di solito fibra di legno) e un cappotto intonacato. Ai vantaggi dati dalle pareti a telaio, l’X-Lam unisce un’enorme versatilità, che la rende adatta nella costruzione di edifici complessi e sopraelevati.
Un’altra possibilità di costruire si presenta con la parete Mhm (Massiv-Holz-Mauer), acronimo che sta per “parete di legno massiccio”. Alla base un pannello a strati incrociati , composto da tavole di legno da 24 mm pressate e unite con chiodi in alluminio. Priva di qualsiasi colla, la tavola grezza viene sagomata a piacere nel centro di lavorazione, con tutti i fori, le scanalature, gli intagli previsti dal progetto architettonico. Il risultato è un muro di grande robustezza, che ben si presta all’impiego nell’edilizia residenziale.
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L'autore
Giovanna Lodato
Web editor. Formazione umanistica alle spalle, ha collaborato con diverse testate on line. Ha scritto di cultura, arte, musica ma anche di cronaca e politica, fino ad approdare all'ambiente. Da quasi due anni ecologia nonché i temi legati alla green economy e all'edilizia verde la fanno da padrone nella sua produzione giornalistica.
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