sostenibilità in edilizia
Ceramica Made in Italy: con Ecolabel è competitiva
Tagli alle emissioni di CO2, ai consumi energetici e anche l'Ecolabel: per il distretto della ceramica di Sassuolo ora la sfida è la produzione energetica
In una trentina d’anni le aziende produttrici di ceramiche del distretto di Sassuolo hanno diminuito del 50% l’utilizzo di energia e abbattuto in maniera drastica le emissioni di gas serra, in particolare di CO2 passando da venti a 0,6 grammi per metro quadro di prodotto.
Ma non solo. Nel distretto, infatti, si trovano ben dodici aziende che lavorano su venti marchi diversi che si possono fregiare dell‘etichetta Ecolabel che tra i suoi limiti stringenti impone il limite di 0,2 grammi di CO2 emessa per metro quadro di prodotto.
“Già negli anni Settanta – dice, Giorgio Timellini, docente all’Università di Bologna e collaboratore del Centro ceramico di Bologna – ci siamo trovati a dover affrontare il tema della sostenibilità e abbiamo messo in campo diverse azioni. Per esempio, il passaggio dalla bicottura alla monocottura, con un forte vantaggio in termini di emissioni e di risparmio di energia. Inoltre, le imprese del territorio hanno intrapreso delle innovazioni che hanno permesso di accorciare i tempi di cottura dei materiali e hanno avviato la depurazione delle emissioni gassose”.
E l’ottenimento della certificazione Ecolabel è anche un indicatore di competitività internazionale sia sotto al profilo della sostenibilità dei prodotti, sia dal punto di vista energetico, visto che lo possiedono dodici aziende del distretto della ceramica di Sassuolo contro tre spagnole e una francese.
Ora vinta la scommessa dell’efficienza energetica, cosa non da poco visto che la bolletta energetica rappresenta, per il settore della ceramica, il 20% dei costi di produzione, la sfida si sta spostando sull’autoproduzione energetica grazie alla cogenerazione e alle fonti d’energia rinnovabile, due settori per i quali le aziende chiedono normative chiare che consentano di utilizzare al meglio gli impianti, consentendo di vendere energia a prezzi di mercato quando non viene utilizzata e di poter cambiare utilizzatore finale all’interno del distretto, senza dover passare attraverso la rete pubblica e pagare, quindi, gli oneri di sistema, per distribuire elettricità nell’arco di pochi chilometri, all’interno del distretto.
Condividi
Tag
L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
Ultimi articoli
Più letti della settimana
- Come scegliere una stufa a pellet : Consumi, costi e dati tecnici sono i parametri riportati sull’etichetta dell’apparecchio e le caratteristiche della stan...
- NovaSomor vince la prima edizione del Klimahouse Startup Award : La startup di Rimini ha ideato un motore solare termodinamico a bassa temperatura applicato al sollevamento delle acque...
- Tutti gli studi : ...
- Amianto, quando la minaccia si nasconde in casa : Chi chiamare se sospettiamo di avere manufatti o coperture in cemento-amianto a casa nostra...
- Come si vive in una casa in legno nel Salento? Il racconto di Nadia : Abbiamo chiesto ad una giovane mamma salentina come si vive in una casa in legno a Nardò (Le). La costruzione è stata af...