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Costruire sostenibile

La casa domotica che sposa l’efficienza

Con la prima "Active house" l'edilizia a basso consumo energetico arriva in Canada, nonostante il Paese non abbia, per ora, problemi energetici

Scritto da il 06 novembre 2013 alle 8:30 | 1 commento

La casa domotica che sposa l’efficienza

Le abitazioni a basso impatto ambientale arrivano anche in Canada, nazione che sul fronte dell’energia potrebbe andare avanti per parecchi decenni viste le riserve di combustibili fossili che possiede. Nonostante ciò nel paese ha aperto i battenti di recente la prima “Active house”, risultato di una collaborazione tra un team di architetti danesi, lo studio d’architettura di Toronto Superkül e l’azienda di costruzioni Great Gulf che sta diffondendo i sistemi legati alle Active house oltre oceano.

Nelle intenzioni degli architetti non c’è solo il risparmio energetico, ma trova molto spazio una visione dell’architettura improntata al benessere mentale e fisico per gli abitanti. Prova di ciò è il fatto che l’edificio punta in maniera massiccia verso il massimo sfruttamento dell’illuminazione naturale, con un piccolo contributo di quella artificiale durante il giorno.

La casa, infatti, è dotata di ben quattordici lucernai a gestione elettronica che consentono di avere durante l’arco della giornata un livello d’illuminazione ottimale. Il tutto è reso possibile dal sistema domotico che regola una serie di parametri ambientali, quali la temperatura, l’umidità e, per l’appunto la luce, grazie a sistemi automatici di ventilazione, di movimentazione dei lucernai e di recupero di calore.

La temperatura di base è quella di 23 °C oltre la quale entra in funzione il sistema di ventilazione naturale, mentre l’orientamento dell’abitazione è a sud, ottimale per la captazione massima di radiazione solare. Il sistema di climatizzazione è tarato su due zone d’intervento, la zona giorno e quella notte, e interviene in maniera selettiva per garantire il massimo comfort degli abitanti. I sistemi d’illuminazione sono a Led, mentre e oltre ai sistemi automatici per i lucernai ce ne sono altri che regolano l’entrata della luce solare tramite la movimentazione delle tapparelle delle finestre.

L’abitazione oltre a ciò, consente la salvaguardia delle risorse idriche grazie a due sistemi d’accumulo per le acque piovane e quelle grigie, esigenza che è molto sentita in Nord America, anche se il Canada è una delle regioni del continente che ha, per ora, sufficienti risorse idriche.

Una delle particolarità della “Active house” è quella di non avere sistemi attivi per le fonti rinnovabili  per l’elettricità, come il fotovoltaico, mentre è dotata di solare termico per il calore. L’abitazione, infatti, punta molto sulla salvaguardia “passiva” dell’energia e sull’impiego di sistemi che potrebbero sembrare, a prima vista a bassa tecnologia.

Il fabbisogno energetico residuo d’energia è comunque soddisfatto da energie rinnovabili, ma ancora secondo il modello della generazione centralizzata – probabilmente per la non maturità commerciale dell’accumulo elettrico - poichè sia il gas, sia l’elettricità sono fornite da un’utilities che garantisce il fatto che entrambe le fonti sono al 100% rinnovabili.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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