Tecnologie
L’edificio ti parla
Monitoraggio permanete in tempo reale degli edifici e delle opere. Arriva il sistema NetKubed
Come sta un edificio dopo una scossa di terremoto o un fenomeno legato al dissesto idrogeologico? La risposta arriverà dall’edificio stesso grazie al sistema NetKubed, sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica (Dicam) dell’Università di Trento nell’area di ricerca dedicata all’innovazione delle infrastrutture. Il progetto ha messo a punto una serie di nuovi sensori e sistemi per il monitoraggio di opere civili, come edifici, ponti, strutture storiche, impianti industriali e per gestire le infrastrutture.
«Nel settore dell’edilizia – affermano Emiliano Debiasi, Davide Trapani, Oreste Salvatore Bursi e Daniele Zonta del Dicam, membri della start up accademica I-Kubed – sta velocemente crescendo l’interesse per il monitoraggio strutturale e in particolare per la progettazione e realizzazione di smart structures, cioè di opere civili dotate di sensori, in grado di comunicare automaticamente e in tempo reale al proprietario informazioni sulla propria affidabilità strutturale e segnalare tempestivamente la presenza di danni o di situazioni di pericolo. Il monitoraggio permette di identificare il danno prima che sia visibile, rendendo gli interventi di riparazione più tempestivi ed economici, e soprattutto aumentando la sicurezza degli occupanti».
Il sistema è in grado di gestire opere che appartengono a diversi proprietari integrando dati provenienti da sistemi di monitoraggio diversi in un unico database.
«Fino ad oggi – dice Emiliano Debiasi – il maggiore ostacolo alla diffusione di queste tecnologie è stato il loro costo. Grazie alla condivisione delle informazioni acquisite dai diversi sistemi, NetKubed permetterà di abbattere il costo del monitoraggio strutturale, rendendolo finalmente accessibile a tutti».
Con la gestione automatica del monitoraggio e l’utilizzo della realtà aumentata saranno possibili visualizzazioni e implementazioni fino a ora impensabili. «Per esempio, puntando il proprio smartphone verso un edificio, o più semplicemente guardandolo attraverso un paio di smart glasses, sarà possibile vedere immediatamente gli elementi danneggiati, evidenziati con colori diversi in base della gravità del danno», prosegue Debiasi.
Il sistema I-Kubed, secondo i realizzatori, sarà utilizzato sia dai proprietari di singole strutture, sia dai gestori di grandi opere,mentre le imprese di costruzioni potranno controllare in maniera semplice la qualità durante la costruzione e nell’intero ciclo di vita degli edifici e le assicurazioni potranno ottimizzare i premi e semplificare i rimborsi.
«Il sistema che abbiamo sviluppato punta ad avere un forte impatto sulla comunità, perché può essere utilizzato per la gestione delle emergenze sismiche tanto a livello dei singoli edifici che di un’area più vasta- conclude Emiliano Debiasi. La possibilità di essere sempre aggiornati sullo stato delle infrastrutture consentirà di minimizzare i rischi, ridurre la necessità di ispezioni e offrire dati oggettivi e completi sulla qualità delle opere civili. Tutto ciò permetterà di investire in maniera ottimale le risorse pubbliche e private, intervenendo solo dove necessario e risparmiando dove possibile».
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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