Consiglio Nazionale delle Ricerche
Da rifiuto a mattone
La tecnologia della torcia al plasma promette di risolvere parte del problema dei rifiuti ottenendo materiale per la bioedilizia
Le vie della ricerca possono sfociare in risultati inaspettati. E’ il caso dello studio “Gassificazione con torcia al plasma: una tecnologia per la reindustrializzazione, l’energia dei rifiuti e le bonifiche” che è stato presentato a Sassari nell’Area della Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche e promosso dal’Istituto di chimica biomolecolare del Cnr dal quale sono emersi degli sviluppi interessanti sul fronte dell’edilizia sostenibile, affrontando il problema dei rifiuti.
La tecnologia delle torce al plasma è stata sviluppata per la Nasa negli anni ’60 da Louis J. Circeo della Georgia Tech University di Atlanta al fine di creare materiali in grado di resistere alle temperature generate durante il rientro delle capsule spaziali dall’attrito dell’aria, mentre successivamente è stata sviluppata per ridurre l’impatto dello smaltimento dei rifiuti.
«Il funzionamento del dispositivo – spiega Mauro Marchetti dell’Icb-Cnr – consente la trasformazione in gas di sintesi (CO/H2) di tutte le matrici organiche come le biomasse, il carbone, le peci petrolifere e persino i rifiuti. Le altissime temperature a cui sono sottoposte le sostanze che vi vengono immesse consentono di scomporle a livello molecolare escludendo la ricombinazione sotto forma di specie inquinanti e nocive all’uomo come diossine e furani, al contrario di ciò che avviene con i normali inceneritori».
Con la gassificazione della frazione organica dei rifiuti si ricava un gas di sintesi che una volta purificato può essere utilizzato a scopi energetici per la produzione elettrica, termica e di biocarburanti, mentre la parte inorganica diventa, viste le alte temperature del trattamento, una sorta di ossidiana che può essere utilizzata nell’edilizia anche in applicazione dove è necessaria un’alta resistenza, oppure per le pavimentazioni stradali e i conglomerati cementizi. Oltre a ciò la tecnologia della torcia al plasma può essere utilizzata per la bonifica di aree contaminate riciclando in sicurezza il terreno, senza ricorrere a discariche, così come può essere applicata a buona parte dei rifiuti tossico-nocivi.
“Questa tecnologia – conclude Marchetti – rappresenta una valida risposta, pulita ed economicamente sostenibile, anche alla crescente domanda di smaltimento di pneumatici, rifiuti ospedalieri, rifiuti speciali, della vetroresina nella nautica da diporto e del carfluff (lo scarto del riciclo delle autovetture che rappresenta il 25% del peso di un’automobile. N.d:R), prodotto in quantitá sempre piú massicce dal trattamento dei prodotti dell’industria automobilistica”.
Insomma l’applicazione e lo sviluppo della torcia al plasma per quella frazione di rifiuti che non possono essere inviati al riciclo, che rimane comunque la via maestra di trattamento dei rifiuti, consentirebbe di effettuare sia il recupero energetico di una frazione, sia lo sviluppo di nuovi materiali dalle caratteristiche tecnologiche avanzate e innovative. Ma sul metodo non tutti sono d’accordo.
«Il sistema della torcia al plasma – ha detto al Corriere della Sera, Stefano Consonni, professore del dipartimento di energia del Politecnico – è un tormentone ricorrente, di cui si parla da almeno dieci anni. La sua applicazione su larga scala non è sensata. In primo luogo perché si possono gassificare i rifiuti soltanto in piccole quantità. E poi perché il suo utilizzo ha costi altissimi. La gassificazione dei rifiuti è un sistema di nicchia, utile e logica quando si parla di portaerei oppure grandi navi, ma in un contesto cittadino è fuori discussione».
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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