Edlizia storica
Edifici storici: l’efficienza dell’antico
Un convegno a Roma ha fatto il punto sullo stato delle dimore storiche, che richiedono ordinari interventi di restauro e altri, radicali, di efficientamento energetico
Il 60% dei beni culturali mondiali è patrimonio dell’Italia. E questo è un fatto incontrovertibile. Edifici storici come case, ville, parchi e giardini che devono essere sottoposti a interventi, oltre che per la ristrutturazione/restauro ordinari a interventi, radicali, d’efficientamento energetico, sia per abbassarne i costi legati ai consumi, sia per contribuire ai target europei di emissione.
Si tratta d’interventi che sono complessi sia perchè gli edifici storici sono soggetti a pesanti vincoli burocratici, sia per la complessità degli interventi in questione. Quindi oltre a tecnologie specifiche sono necessarie anche semplificazioni burocratiche che evitino una conservazione che potremmo chiamare “ermetica”.
Di queste questioni si è parlato in un recente convegno che si è tenuto al Maxxi di Roma, “Edifici storici. Restauro e risparmio energetico: nuove tecnologie per nuove prospettive” organizzato dall’Associazione dimore storiche italiane (Adsi, l’associazione che riunisce i proprietari di immobili vincolati presenti in tutta Italia) con il dipartimento di architettura del Maxxi, in collaborazione con il ministero dei Beni, attivitá culturali e turismo e il ministero dell’Ambiente.
«Restaurare un immobile storico – afferma Anna D’Amelio, presidente del gruppo giovani Adsi Lazio – significa contribuire alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale nazionale. Restaurarlo in chiave energetica vuol dire diminuire i consumi e tutelare l’ambiente. La riqualificazione energetica delle dimore storiche rappresenta per l’Adsi una priorità, che però oggi deve fare i conti con una normativa lacunosa incertezze che rappresentano un ulteriore ostacolo alla tutela e salvaguardia di questi edifici, per i quali si pone l’esigenza di conciliare il risanamento energetico con il rispetto dell’involucro originario e del suo equilibrio formale».
«La riforma del catasto ci sta spaventando – dice Francesco Sforza Cesarini, presidente Adsi Lazio – c’è il problema di dove reperire le risorse per gli interventi. Servirebbe quindi un aiuto ai proprietari di dimore storiche dal punto di vista fiscale».
E il problema con il passare del tempo s’accresce, poichè diventano storici edifici sempre più recenti. Una cosa che per esempio nessuno sa è che persino una centrale nucleare, quella di Sessa Aurunca al confine tra Lazio e Campania è stata vincolata come patrimonio architettonico italiano, per quanto riguarda gli edifici reattore e turbina, come stabilito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, poichè progettati dall’architetto Riccardo Morandi.
«In tutto ciò il patrimonio si sta accrescendo, per quel che riguarda le dimore storiche – spiega Maria Grazia Bellisario, del ministero dei Beni, attivitá culturali e turismo – visto che gli edifici del 900 stanno diventando storici. Stiamo fornendo degli strumenti di conoscenza, ad esempio quelli del censimento dell’architettura del secondo 900 che il ministro ha avviato da alcuni anni e ora è in fase di completamento. Intanto, però, è in corso la ricerca tecnologica oltre che con le universitá, con il Gse per un lavoro avviato di integrazione della collaborazione per favorire la ricerca del’industria che con materiali di qualitá ci aiuti a migliorare l’intervento sul contemporaneo».
Dal convegno è emerso che gli interventi di restauro dell’edilizia storica devono essere mirati e pongono numerosi vincoli. Per questo sono necessari studi e analisi da parte di professionalitá diverse che mettano insieme le loro competenze in modo da raggiungere la soluzione ottimale per ciascun edificio con un significativo abbattimento del consumo energetico.
«La direttiva europea impone l’efficientamento del 3% delle superfici utili all’anno che deve essere efficientato: stiamo parlando di milioni di metri quadri. – afferma Sebastiano Serra, del ministero dell’Ambiente, ricordando il problema che riguarda gli immobili della Pubblica amministrazione -
Per quest’attivitá che va portata avanti con un grosso impegno dobbiamo fare in modo che con degli investimenti dei palazzi che sono estremamente inefficienti siano resi efficienti. Fra questi ci sono anche dei palazzi storici, quindi le tecnologie ci interessano molto. Anzi serve una svolta tecnologica per le dimore storiche difficili da toccare. Per trovare le risorse necessarie pensiamo a un fondo nazionale che possa, con tutti i fondi in giro per l’Italia riesca a convogliarli e coordinarli perchè si possano devolvere in maniera organizzata mentre oggi sono soldi difficili da dare a causa di una pesante burocrazia interna».
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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