l'intervista a chiara tonelli
Credere sul serio nell’ efficienza energetica
L'efficienza energetica "Made in Italy" ha grandi potenzialità. Tecnologie e know how sono pronti, ma i decisori non ci credono. Parla Chiara Tonelli
Il Solar Decatlhon Europe 2014 in corso a Parigi è una vera e propria piattaforma per la sperimentazione della sostenibilità in architettura. Abbiamo chiesto a Chiara Tonelli, Docente di Tecnologie dell’Architettura all’Università Roma 3 e che dirige il team della squadra italiana la quale gareggia con Rhome for denCity, di descriverci lo scenario nel quale si stanno muovendo.
Quanto c’è di reale e quanto di sperimentale nella vostra esperienza?
«Rhome for denCity è un prototipo nato per testare le combinazioni tecnologiche tra gli edifici e gli impianti, corroborato sia dagli studi teorici e dalle modellazioni e dalla sperimentazione sul campo che è necessaria per creare edifici di questo tipo».
Nell’epoca dei computer è ancora necessaria la sperimentazione sul campo?
«Si, decisamente. Si tratta di una delle strade più efficaci per mettere insieme teoria e pratica, naturalmente con una solida base scientifica come fondamento, perchè la modellazione non riesce ancora oggi a tenere conto di tutte le variabili presenti nella gestione energetica degli edifici».
Oltre a ciò cosa rappresenta il Solar Decatlhon?
«Questa competizione è interessante perchè noi progettisti “viviamo” le abitazioni oltre che immaginarle e questa è, a mio giudizio, la strada giusta per il nostro mestiere».
Non si tratta di una gara un poco troppo sperimentale e distante da quelle che sono le esigenze dei cittadini?
«Può apparire così, ma la realtà è molto diversa. Nella gara per piazzarsi può essere importante risparmiare 100 watt d’energia, mentre nella vita reale questa esigenza può passare in secondo piano rispetto all’usabilità della casa. Per gareggiare abbiamo adottato una serie di attenzioni sul fronte dell’utilizzo finale dell’energia che renderebbero problematico l’uso quotidiano dell’abitazione, ma è necessario fare una considerazione mutuandola dal mondo dell’auto. Rhome for denCity si può paragonare a una Ferrari di Formula 1 che è un concentrato di tecnologie applicate allo scopo di vincere che però dopo pochi anni troviamo applicate anche nelle auto di serie. Ecco questa è la filosofia con la quale siamo andati al Solar Decatlhon».
Ma qualcuna delle tecnologie utilizzate da voi è sul mercato?
«Buona parte delle tecnologie che abbiamo utilizzato sono standard e sul mercato. L’innovazione risiede nella maniera in cui le abbiamo utilizzate mettendole assieme».
Tutta innovazione hi-tech?
«Assolutamente no. Ci guida la tradizione della vita domestica, specialmente per quanto riguarda gli spazi lo stile italiano è stato il nostro faro. Abbiamo progettato una cucina ampia che non serve solo per la preparazione dei cibi, ma anche per la socialità, mentre la camera da letto rimane separata e pi c’è, come nella migliore tradizione mediterranea, la loggia che è un vero e proprio concentrato di tecnologie».
Cosa c’è da innovare su un elemento architettonico vecchio di secoli?
«Molto. La tenda, ritraibile, che scherma la loggia è fotovoltaica e i parapetti sono attivi energeticamente».
Bene la tenda fotovoltaica, ma i parapetti?
«Una loggia necessita di parapetti che sono per buona parte della giornata esposti al Sole e allora perchè non utilizzarli per produrre acqua calda sanitaria ci siamo detti. é bastato “rubare l’idea” al mondo della refrigerazione trasformando i parapetti in sistemi solari termodinamici in grado di fornire acqua calda sanitaria al sistema d’accumulo di 300 litri e come effetto collaterale quello di raffrescare grazie alla sottrazione di calore, utilizzando per il funzionamento del sistema parte dell’elettricità generata dai pannelli fotovoltaici. Si tratta di un sistema che abbiamo voluto dimensionare in base agli abitanti e non sulle dimensioni del tetto come di fa di solito. Perchè abbiamo messo le persone al centro del progetto».
Bene, ma quali sono i costi di simili soluzioni?
«Dai nostri calcoli abbiamo valutato un costo di realizzazione di 1.032 euro per metro quadro, compresa una dotazione di arredi fissi, perchè Rhome for denCity è stata ideata per essere affittata e per essere un progetto credibile».
Quello che è incredibile è un costo per metro quadro simile se non identico a quello dell’edilizia tradizionale?
«Rhome for denCity utilizza una metodologia di prefabbricazione molto spinta che abbiamo voluto ottimizzare creando uno spazio tridimensionale che contiene i bagni e la cucina in un’area ristretta. In questa maniera la maggior parte dell’impiantistica arriva premontata dalla fabbrica, cosa che si traduce in lavorazioni più sicure, abbattimento dei tempi di costruzione e scarsa necessità di mano d’opera specializzata. Il tutto si traduce in un risparmio notevole sul fronte del cantiere al quale dobbiamo aggiungere le economie di scala che si realizzano negli stabilimenti. Un edificio intero con queste metodologie si può completare in poco più di novanta giorni, esclusi i tempi per le fondazioni, con tutti i vantaggi che ci sono per la filiera immobiliare e gli investitori».
Vedremo Rhome for denCity realizzata a Roma?
«Ho dei forti dubbi. Noi abbiamo dovuto lavorare per il regolamento del Solar Decatlhon Europe sulla città di provenienza, la Capitale, e abbiamo scelto la zona di Tor Fiscale che ha sia le problematiche tipiche delle periferie, sia quelle delle zone semicentrali, ma non vedo una grande sensibilità sia a Roma, sia in Italia per l’efficienza energetica e le rinnovabili, rispetto al resto dell’Europa. Eppure dovremmo essere la nazione che più investe nel settore visto che abbiamo poche risorse fossili e molte rinnovabili. Sembra incredibile ma si continua a costruire come è sempre stato fatto, con una scarsa attenzione all’efficienza energetica. E poi c’è dell’altro».
Ossia?
«Una piccola cosa. Per il giorno della premiazione il 12 luglio è stato offerto dagli organizzatori del Solar Decatlhon Europe uno spazio per ogni nazione partecipante dove organizzare un evento. Ebbene quello dell’Italia sarà l’unico non utilizzato perchè nessun soggetto pubblico o privato tra quelli interpellati ha voluto investire qualche fondo per essere presente come sistema paese alla giornata conclusiva, per la quale sono previste 60mila persone, della più importante competizione sull’edilizia sostenibile nel Mondo. Lascio a chi ci legge le conclusioni circa l’attenzione che hanno queste tematiche da parte dei decisori del nostro paese».
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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